Impegnativa, in quanto nutritissima di eventi di grande rilievo, da lui vissuti, sempre schierato in prima linea.
Per questa ragione appunto avvertiamo i lettori che la progressione degli stessi verrà effettuata in più puntate.
Ha abitato a lecco dal 1960 al 1980, in Via Fratelli Figini nel rione di Pescarenico, ma il suo arrivo nella città manzoniana risale al 20 dicembre del lontano 1948.
In tale data, giunse sedicenne in riva al Lario per partecipare al primo Congresso della costituenda Federazione lecchese del Partito Comunista Italiano, che si staccava da Como, andando a costituire una Federazione autonoma.
Da allora – per 56 anni – ha personalmente vissuto tutti gli avvenimenti politici, istituzionali, culturali ed economici della città di Lecco e della Provincia, fino ad allargare il suo orizzonte al territorio dell’arco alpino e, più in generale, alle problematiche ed alle aspettative della Regione Lombardia.
Giovanissimo, dopo l’8 settembre del 1943, entra in contatto con i primi gruppi di persone che sfuggivano alle ordinanze del fascismo.
Il fratello maggiore di Claudio aveva preso subito contatto con le formazioni partigiane della Cinquantacinquesima Brigata Rosselli operante in Valsassina e in Val Varrone.
Redaelli si mette a disposizione, mantenendo contatti e consegnando di persona i messaggi ai gruppi impegnati nella lotta di Resistenza.
Il 31 dicembre a Barzio, in Valsassina, vengono trucidati dai nazifascisti, davanti al cimitero del paese, 13 Partigiani.
Quel ricordo gli rimarrà impresso e lo accompagnerà per tutta la vita e più volte, in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, parteciperà alla cerimonia di Barzio, tenendo il discorso celebrativo al cippo che ricorda il sacrificio di quei Caduti.
Molte altre cose egli conosce nel corso della resistenza al fascismo e della lotta di Liberazione, venendo in contatto con molti dei partigiani legati al camposanto di Oggiono, che diventa in quegli anni un punto sicuro per l’organizzazione dei gruppi della Resistenza.
Nello stesso luogo, in particolare nella camera mortuaria, si nascondevano le armi che si riuscivano a reperire.
Apprende molte notizie sulla colonna Mussolini, fermata a Dongo, comprese quelle che parecchi ricercatori e coloro che hanno scritto sui quei giorni che segnarono la fine del Fascismo, non hanno saputo porre compiutamente in luce.
Il 10 ottobre 1947 Claudio Redaelli entra come operaio alla Ditta Magnoni di Oggiono, dove rimane fino al 1950.
Il suo primo intervento politico in fabbrica è del 18 luglio 1948, in occasione dell’attentato a Togliatti.
Si conquista la stima e la fiducia dei compagni di lavoro e per due anni viene eletto nella commissione interna della fabbrica.
Significativi i suoi passaggi politici: iscritto al Pci dal 1948, entra l’anno successivo nella segreteria della neocostituita Fgci e successivamente ne diviene il segretario (incarico ricoperto fino al 1957).
Viene chiamato a far parte del Consiglio Regionale e del Consiglio Nazionale della stessa Federazione giovanile comunista, con la quale ha la grande opportunità d’instaurare rapporti d’intensa collaborazione con il futuro segretario del partito, Enrico Berlinguer.
Nel mese di luglio del 1953 fa parte del gruppo italiano di coordinamento al secondo Incontro Mondiale della Gioventù, a Vienna, sotto la guida del segretario nazionale della Fgci Renzo Trivelli.
Nel 1960 fa parte di una delle prime delegazioni del Pci inviate in Jugoslavia dalla direzione del partito. Quivi rimane per sessanta giorni di studio e di conoscenza, con incontri nelle fabbriche più importanti del Paese, Università, centri turistici, incontri nelle diverse Repubbliche con i dirigenti della Lega dei Comunisti fino all’incontro con il Presidente Tito a Belgrado e con i più importanti ministri.
A partire dal 1957 fino al 1970 Redaelli è nella segreteria della Federazione lecchese di Pci.
La “buonuscita” dal Pci è documentata con la riproduzione dell’importo della liquidazione comunicatagli il 5 novembre 1971.
Dal 1948 ad oggi ha vissuto in prima linea tutti i principali avvenimenti che hanno coinvolto la classe operaia lecchese.
Bisogna sottolineare che Claudio Redaelli è stato eletto per tre mandati amministrativi (dal 1964 al 1980) Consigliere Provinciale nei collegi della città di Lecco e dell’Amministrazione Provinciale di Como. Ha così fatto parte del Consiglio Provinciale e per 8 anni è stato Capogruppo.
E’ stato tra i diretti protagonisti del cosiddetto “Patto di Villa Amalia” che sancì l’esperienza unitaria – unica in Italia – tra le forze politiche di Centro e quelle di Sinistra, eletto Presidente della Commissione Provinciale Agricoltura e della Commissione Provinciale Sanità.
Ha fatto parte per oltre un decennio della Commissione speciale per la gestione dell’Ospedale Psichiatrico San Martino di Como, di competenza dell’Amministrazione provinciale, e ha dato il suo prezioso contributo alla risoluzione di grandi problemi viabilistici (su tutti quelli della Statale 36, opera indispensabile per i collegamenti con la Valtellina e della Lecco- Milano.
Capitolo chiuso dopo oltre trent’anni con l’apertura dell’attraversamento di Lecco, ( per non dimenticare altri aspetti della viabilità minore), del mondo della scuola e del comparto agricolo, oltre che della Sanità.
È stato consigliere comunale ad Oggiono – il centro dove è nato e dove risiede in via Lazzaretto – dal 1956 al 1970 è consigliere a Rogeno.
Per oltre cinque anni ha inoltre collaborato alla costituzione del Comprensorio Lecchese, facendo parte del comitato promotore.
Nel 1963 è anche candidato al Parlamento, in occasione delle elezioni politiche, per la circoscrizione elettorale Como – Sondrio – Varese. Capo lista è Ugo Bartesaghi, Sindaco di Lecco.
Con grande soddisfazione ottiene oltre duemila preferenze, che gli valgono il quinto posto secondo dei non eletti.
Due episodi sono indice della popolarità acquisita da Claudio Redaelli: è in testa nelle preferenze nei centri industriali (Moto Guzzi) di Mandello e Tubettificio) Abbadia.
Dei 350 voti raccolti dal Pci, 255 sono le preferenze individuale di Redaelli; bissa lo stesso risultato a Oggiono dove, sui 478 voti del Pci, 371 sono le preferenze di Redaelli.
Fa parte delle delegazioni ufficiali del Partito Comunista Italiano, che visitano alcuni Paesi Socialisti come Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia e Romania, per la conoscenza delle varie realtà istituzionali, sociali, culturali ed economiche.
FINE PRIMA PUNTATA
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