«La Via della Seta oggi» è al centro di un webinar online, svoltosi l'8 luglio, per dare il via al nuovo Progetto di rilevante interesse nazionale (Prin) recentemente finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca con 116mila euro, che sono stati destinati a un gruppo interdisciplinare di esperti provenienti dall’Università dell’Insubria, di Bologna, di Trieste e di Genova, dedicato alla «One belt, one road initiative».
L’incontro era organizzato dall’Università di Bologna, capofila del progetto, in collaborazione con le Università dell’Insubria, di Genova e di Trieste, e ha ospitato una relazione di Romano Prodi, l’ex presidente del Consiglio italiano e della Commissione europea, presentato durante il webinar dai professori Stefano Zunarelli, Coordinatore nazionale del e Marina Timoteo. Erano poi previsti interventi di: Davide Cucino, Bruxelles Representative of the European Union Chamber of Commerce in China, e Roberto Pagani, addetto scientifico del Consolato generale d’Italia a Shanghai.
Spiega Barbara Pozzo, presidente del Dipartimento di Diritto economia e culture e coordinatore dell’unità di ricerca dell’Insubria: «Dal suo annuncio nel 2013, il concetto di Nuova via della seta ha subito un’evoluzione incorporando una dimensione verde, di pari passo con lo sviluppo di una nuova civiltà ecologica lanciata dal governo cinese, che ha promosso importanti politiche ambientali dimostrando di aver raggiunto la piena consapevolezza del fatto che la Belt and Road Initiative deve contribuire all’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile del 2030».
L’obiettivo del progetto di ricerca dell’Insubria, in cooperazione con le Università del Kazakistan e della Georgia, è di identificare e classificare i principali possibili impatti economici, ambientali, sociali e culturali della «Nuova via della seta» in Europa e specialmente in Italia. In particolare il progetto mira ad analizzare le principali iniziative che il governo cinese ha intrapreso per rendere la «Nuova via della seta» sostenibile per tutti i paesi coinvolti, alla luce dell’Agenda 2030 e del diritto dell’Unione europea in campo ambientale. E a studiare se e in che modo la Nuova via della seta avrà un impatto sul turismo in modo sostenibile, con un’attenzione particolare a Como, che è stata una delle città più importanti per la produzione della seta per molti secoli e fino ad oggi, con contatti storici privilegiati con la Cina.
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