“Alla vigilia di un appuntamento tanto importante per la città capoluogo, noi artigiani formuliamo una sola, semplice domanda: cosa vuol fare da grande questa città, manifatturiero a parte?”. Sono queste le parole del presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva, in apertura al documento programmatico consegnato ai candidati sindaci di Lecco (e ora condiviso con l’intera cittadinanza) e alla vigilia del primo confronto ufficiale di lunedì 20 luglio alle 18 tra i candidati (ospitato in sede da Confartigianato e trasmesso in diretta streaming al seguente link: https://youtu.be/RxVgMqUh6Fk).
“Poniamo questa domanda per due ordini di ragioni – prosegue Riva – Il turismo cresce, ma siamo ancora fanalino di coda del Lario. La rigenerazione urbana delle vecchie aree produttive conta uno o due progetti di intervento sull’intero decennio ormai alle spalle: per il resto, nessuno batte un colpo. Sulle infrastrutture, di fronte al blocco improvviso di quelle già finanziate (il caso surreale della Lecco-Bergamo, il perenne rinvio di interventi di peso sulla SS 36) pare quasi d’obbligo il pudore di non domandarne altre. In tutto questo, due certezze restano tuttavia in campo sulla piazza provinciale. Numero uno: il distretto del metallmeccanico resta primo in Italia per incidenza sulla rete di imprese. Secondo, la micro-piccola impresa a specializzazione artigiana continua ad essere la spina dorsale della galassia del manifatturiero”. Ecco perché Confartigianato pone sul tavolo sette immagini, sette domande, sette proposte.
“Anzitutto, la governance. Perché c’è una Lecco che sceglie, che progetta, che decide per sé e per l’intera provincia (penso alla gestione rifiuti, al neonato contenitore welfare pubblico-privato, alla multiutility del Nord Acsm-Agam), e poi c’è una Lecco che ancora stenta porsi a capo di una visione globale del territorio e che per questo viene penalizzata in termini di servizi, infrastrutture, sicurezza, sanità. Secondo, il Piano di Governo, il famoso PGT: gran parte delle indicazioni sono rimaste lettera morta e ci aspettiamo per questo un nuovo dialogo con le associazioni di categoria. Terzo, strumenti amministrativi che facilitino la circolazione viabilistica a fini produttivi e commerciali. Quarto, le infrastrutture. Occorre chiedere a gran voce (e ottenere) la messa in sicurezza di ampi tratti di superstrada 36 (oltre alla definizione di un progetto di terza corsia), il riavvio del cantiere della Lecco-Bergamo. Quinto, tasse locali: inutile dire che ci attendiamo un carico meno opprimente su imprese e immobili strumentali. Sesto, il luogo simbolo della “Ex Piccola Velocità”. Rimodulabile in termini di funzioni per aprire un nuovo varco oltre il centro cittadino esistente, deve anche assistere alla ricomposizione di un tessuto di poli formativi e di medie strutture ricreative e culturali. Settimo e ultimo, la Lecco Artigiana, vale a dire la nostra proposta di valorizzazione culturale di un patrimonio (tuttora vivo in tante nuove generazioni) di strutture, macchinari, memorie e immagini”.
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