Nel dicembre 2014 l’ex pilota di Formula Uno era giunto in città per una serata di solidarietà a favore proprio della comunità educativa
di Claudio Bottagisi
Anche il Lario e in particolare gli ambienti di Casa don Guanella e della Cascina di Valmadrera, esempio concreto di agricoltura sociale perseguito e portato avanti dalla comunità educativa lecchese, sono in ansia per le sorti di Alex Zanardi, l’ex pilota di Formula Uno rimasto coinvolto oggi pomeriggio in un gravissimo incidente stradale accaduto a Pienza, nel Senese, durante una tappa della staffetta di “Obiettivo tricolore”, tour a cui partecipano anche atleti paralimpici in handbike, bici o carrozzina olimpica.
C’è apprensione, si è detto, in particolare tra i responsabili, gli educatori e gli ospiti di Casa don Guanella. Nel dicembre 2014, infatti, Zanardi era giunto a Lecco per una serata di solidarietà a favore proprio della comunità educativa impegnata sul fronte dell’accoglienza, della cura, della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro d giovani a rischio emarginazione.
Una serata di forti emozioni, quella che si era tenuta all’auditorium della Casa dell’economia in via Tonale, presenti anche Antonio Rossi e Alberto Cova, personaggi simbolo della nostra canoa e dell’atletica italiana.
“E’ un grande uomo e un grande atleta”, aveva premesso Rossi rispondendo al conduttore della serata, il giornalista di Raisport Andrea De Luca, che gli chiedeva chi fosse per lui Zanardi. Che Alex sia stato e sia tuttora un grande sportivo l’aveva confermato il filmato proiettato subito dopo per “raccontare” appunto Zanardi e le sue passioni. La riprova che sia anche un grande uomo era arrivata dalla chiacchierata che ne era seguita.
“In ogni cosa che ti accade nella vita c’è sempre qualcosa di buono e di positivo, basta trovarlo”, aveva detto prima di ricordare un simpatico episodio di cui si rese protagonista Carlo Azeglio Ciampi quando era presidente della Repubblica. “Alla cerimonia per la consegna del cavalierato e avendo saputo che avevo ricominciato a correre dopo l’incidente, il capo dello Stato mi disse: ‘Alex, lei è un esempio per tutti, ma si ricordi che una brutta capocciata l’ha già presa e se ne piglia un’altra c’è il rischio che perdiamo anche il suo esempio’. Evidentemente voleva raccomandarmi di essere prudente, ma la fame di vittorie c’è sempre anche se ciò che più conta, prima del risultato, è il percorso che si è scelto di fare”.
Voglia di vincere e fame di vittorie. No, non le ha mai perse Zanardi. E a Lecco l’aveva ribadito. “La vita è una grande opportunità, anche nelle situazioni più brutte e spiacevoli - aveva spiegato all’attenta platea - e io non so dire se sono un miracolato o cos’altro. So di aver potuto ricominciare a fare quello che volevo, perciò affronto ogni cosa nel miglior modo possibile, nella consapevolezza che ognuno di noi i propri percorsi se li disegni da solo”.
“Ma cos’è per te la paura?”, gli aveva chiesto Alberto Cova. “La paura è quella che provo quando salgo su un’auto e sono il passeggero, dunque quando non sono io al volante”, aveva risposto Zanardi, classe 1966.
Quella del 2014 era stata però anche la serata di Casa don Guanella e del progetto della cascina di Valmadrera dove di recente si era dato avvio alla costruzione della nuova stalla. “Il mio amico Fabio Triboli, grande atleta paralimpico - aveva detto Zanardi - mi aveva anticipato che il vostro “don” è speciale e stasera ne ho avuto la conferma. Don Agostino è davvero un leader spirituale speciale, ma ve lo meritate”.
E lui, il direttore di Casa don Guanella, aveva detto all’illustre ospite: “La tua presenza qui in mezzo a noi ci dà una forza incredibile, addirittura esagerata. Stiamo andando bene e il nostro sogno inizia ad avverarsi. Siamo insomma su una strada di cui vediamo la luce. Già, la sfida è lanciata e noi ci siamo”.
Adesso più che mai don Agostino, il “Don Guanella” e tutta Lecco fanno il tifo per Alex Zanardi.
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