Crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti del 2,6% ma nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino agli ortaggi. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat che a maggio evidenziano per gli alimentari e bevande un andamento in controtendenza rispetto all’inflazione generale in calo dello 0,1.
Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – sottolinea la Coldiretti – non coprono più’ neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ registrano un deciso calo dell’attività.
Un pericoloso l’allarme liquidità che minaccia il futuro del settore impegnato a garantire le forniture alimentari alla popolazione. In gioco c’è un sistema di 730mila imprese che garantisce all’Italia il primato agricolo in Europa per valore aggiunto e qualità. Senza dimenticare che – precisa la Coldiretti – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi e salumi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni.
Se è vero che l’agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità ma – conclude la Coldiretti – anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti.
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