2020-05-29

DA LINCE O DA TALPA…OCCHIO ALLA VISTA ! NELLA TESTIMONIANZA DEL DOTTOR NATALE PELIZZARI, PRIMARIO DELLA DIVISIONE OCULISTICA DELL’OSPEDALE DI LECCO

di Germana Marini Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.

Quale dono prezioso rappresenti la vista, lo si comprende appieno solo allorché essa venga, anche minimamente, compromessa. Se è vero che sono in ogni tempo esistite grandi anime che hanno saputo “vedere al di là del visibile”, sopperendo alla perdita della luce delle pupille con una sensibilità acutissima, è altrettanto innegabile che la vita di relazione venga profondamente menomata da seri disturbi visivi.
Al dottor Natale Pelizzari, Primario della Divisione Oculistica dell’Ospedale cittadino, il compito di documentarci innanzitutto su uno dei disturbi fra i più lamentati e noti:
“ Cos’è, dottore, la miopia? Si tratta di un’affezione congenita o acquisita, ed è vero che a determinarla sia un fattore genetico?”.
“ La miopia è quel vizio di refrazione in cui, in condizioni di riposo accomodativo, i raggi luminosi paralleli provenienti dall’infinito vanno a fuoco davanti alla retina, in quanto il potere refrattivo oculare è eccessivo rispetto alle lunghezze del bulbo. La miopia è sicuramente l’ametropia più frequente nella popolazione mondiale. Nella pratica clinica l’entità della stessa viene misurata dal potere di una lente negativa che, posta davanti all’occhio, porta sulla retina il fuoco dei raggi paralleli. Può essere definita lieve, di medio grado, o elevata. Secondo criteri clinici, si classifica in : miopia semplice (scolastica), miopia patologica, senile, transitoria, notturna. Molto importanti sono i fattori ambientali, etnici, endocrini. La miopia patologica si caratterizza spesso con vizio refrattivo assai elevato, nella sua eziologia è da imputarsi spesso ad una causa genetica”.

ALTERAZIONI VITREALI E AFFATICAMENTO VISIVO

“Perché nei miopi compaiono i cosiddetti “ corpi mobili” nel vitreo?”.
“ L’ampia cavità che si estende dalla superficie posteriore del cristallino fino alla cappa retinica, è interamente occupata dal corpo vitreo. Questo, di consistenza gelatinosa, in condizioni normali è trasparente, incolore, sprovvisto di vasi e di nervi. In condizioni di tipo degenerativo invece (come nella miopia di una certa entità), il vitreo passa dallo stato di gel colloidale, allo stato di sol; le micelle colloidali si rapprendono in piccoli grani o membrane, l’impalcatura colloidale si coarta e la quota liquida si raccoglie in formazioni lacunari. Queste alterazioni vitreali sono la causa del disturbo descritto dal paziente come visione “di mosche volanti” “.
“ Si ritiene che lo sforzare la vista, come l’uso di lenti non appropriate, o quello protratto del computer comprometta la potenzialità visiva. Ma fino a che punto?”.
“ Più che di compromissione si deve parlare di affaticamento oculare e visivo, consistente in un insieme di disturbi che si originano quando l’apparato visivo cerca di conseguire, ricorrendo a stressanti artifici, risultati funzionali eccedenti le proprie possibilità fisiologiche. Il che comprende bruciori oculari, lacrimazione, senso di pesantezza, difficoltà nella messa a fuoco, sfocamento o sdoppiamento delle immagini, nonché varie compromissioni a livello della salute fisica”.

MIOPIA DEGENERATIVA. OCCHIALI O LENTI A CONTATTO?

“La miopia patologica fino a che età è suscettibile di aumentare? Diminuisce effettivamente all’insorgere della presbiopia?”.
“ Nella miopia degenerativa maligna o patologica, l’allungamento dell’asse antero-posteriore del bulbo non tende ad un arresto, ma può continuare per tutta la vita. La massima progressione si ha nell’adolescenza e una certa stabilizzazione nella terza decade d’età. Questa non coincide però con l’arresto delle alterazioni retiniche, che tendono sempre a peggiorare. La prognosi è riservata”.
“ Correzione ottimale della miopia: occhiali o lenti a contatto? E le due correzioni sono o mene fungibili?”.
“ Correggere la miopia significa dare al paziente una vista il più possibile vicina a quella normale, la quale si avvale di due presidi: gli occhiali e le lenti corneali a contatto. Gli occhiali rappresentano la scelta più accettata e semplice e le lenti che si impiegano possono essere, sia di vari tipi di cristallo, sia di materiale sintetico. Gli occhiali producono un rimpicciolamento delle immagini e una riduzione del campo visivo, contrariamente alle lenti a contatto che, oltre agli ovvi benefici cosmetici, 
annullano questo effetto. L’attenta presenza dello specialista è comunque indispensabile , al fine di guidare il paziente nelle varie scelte”.

INTERVENTO OPERATIVO: INDICAZIONI E LIMITI

“Chirurgicamente come si affronta la miopia? Negli ultimi tempi abbiamo registrato un’inflazione di “viaggi della speranza” in Unione Sovietica, senonché ai chirurghi italiani è poi capitato di dover rimediare varie volte a danni commessi altrove…”.
“Di correzione chirurgica della miopia si è forse parlato troppo. Il miope è spinto all’atto chirurgico da un’informazione superficiale e semplicistica, che non tiene volutamente conto dei limiti dello stesso e delle possibili complicanze. Con l’aiuto
di orchestrate campagne pubblicitarie si spacciano per recuperi visivi fantastici
aspetti meramente pubblicitari per il singolo operatore, o reclamizzazioni da parte
dei media di mecche curative con tariffe comprensive di viaggio, escursioni turistiche e intervento eseguito su catene di montaggio. Operare è in realtà sconsigliabile in un numero non indifferente di casi, che qui non sto ad elencare”.  
“Le risulta che la rimozione del cristallino possa arrecare danni? E della cheratotomia radiale, al cui proposito le teorie sono discordanti e che pare
Indicata quale “ultima ratio” soltanto, cosa pensa?”.
“Non sono problemi di tecnica a frenare questa soluzione, bensì perplessità sul futuro dell’occhio operato. Il rischio maggiore è che la patologia vitreo-retinica
possa scatenarsi ed essere condizionata dall’assenza del cristallino. Quanto poi alla
cheratotomia radiale, la più comune critica al cui intervento, che è irreversibile, è
l’imprevedibilità del risultato”.
“Un medico inglese ha messo a punto una macchina laser che, con l’accoppiamento di due raggi, è in grado di ridare la vista in due secondi. La chirurgia del futuro, destinata a soppiantare bisturi e fotocoagulatore, sarà dunque questa?”.
“Con il laser ad eccimeri è oggi possibile correggere la miopia. Diverse sono però le questioni ancora irrisolte, specie per quanto concerne l’attendibilità, la stabilità e
Il follow-up a lungo termine. Ciononostante esistono pochi dubbi che tale chirurgia
Sarà nel futuro una procedura utile”.

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