C’è anche l’ex sindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, rimasto in carica fino al settembre 2018, tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Como sul crac del Casinò e il dissesto finanziario del comune italiano che si trova in territorio svizzero. Insieme a lui, risultano sotto indagine l’ex vicesindaco, l’ex segretario, e l’ex capo dell’area economico finanziaria del Comune. Le accuse contestate a vario titolo sono abuso d’ufficio e falso ideologico. E’ quanto emerge dall’avviso di chiusura indagini notificato oggi dalla Guardia di Finanza a 19 indagati: insieme a 18 persone fisiche, sotto accusa c’è lo stesso Casinò, coinvolto per responsabilità amministrativa di società per reati commessi da propri dipendenti.
Nel mirino degli inquirenti lariani, coordinati dal procuratore Nicola Piacente, è finita la gestione del Comune di Campione d’Italia (fallito nel giugno 2018) e quella del casinò (il crac è stato dichiarato nel luglio dello stesso anno dal Tribunale di Como con una sentenza poi annullata dalla Corte d’Appello di Milano) tra il 2013 e il 2018.
Le ipotesi di reato sui cui indaga la Procura di Como coprono l'arco temporale che va dal 2013 al 2018. Alla gestione del Comune di Campione, in particolare, è contestata "la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili, vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco"; la modifica, "svantaggiosa per il Comune di Campione d’Italia", della convenzione siglata il 29 dicembre 2014 tra il Comune di Campione d’Italia e la società di gestione del Casinò di Campione; "l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune facendo ricorso ad anticipi di tesoreria".
Insieme all'allora sindaco, sono stati indagati anche il vice, il segretario comunale e il capo area finanziaria di Campione, così come l'amministratore delegato del Casinò, i componenti del consiglio d'amministrazione e del collegio sindacale. Gli esponenti dell'amministrazione comunale, in particolare, avrebbero procurato alla società "un ingiusto vantaggio patrimoniale", portando così al dissesto finanziario l'ente comunale. Il management del Casinò è accusato di falso in bilancio e comunicazioni sociali: avrebbe indicato nei bilancio un patrimonio netto positivo, "in luogo dell'effettivo valore negativo".
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