2020-05-25

ALLA GALLERIA BELLINZONA UNA MOSTRA SUL SENSO DELLA VITA

di Gianfranco Colombo - Alla Galleria Bellinzona, in Via Azzone Visconti 2 a Lecco, si può visitare la mostra “Essere Non Essere”. E’ una profonda riflessione dell’arte contemporanea attorno ai temi del dolore, della violenza, della morte e della resurrezione. L’esposizione doveva essere inaugurata prima di Pasqua, ma l’epidemia da Covid 19 ha fermato tutto. Anche per questo, “Essere e Non Essere” ha assunto un significato ancora più particolare, è un percorso nell’arte che aiuta ad un confronto con se stessi. Ideata da Oreste Bellinzona, pensata e letta criticamente da Mauro Corradini, dedicata al ricordo del giornalista Angelo Sala, la nuova proposta della galleria offre un itinerario dell’anima attraverso le opere di Floriano Bodini, Gianfranco Ferroni, Giuliano Collina, Georg Baselitz, Leonardo Cremonini, Bepi Romagnoni, Georges Rouault, Tino Vaglieri, Giuseppe Guerreschi, Nicolas Maldague, Horst Janssen, Giancarlo Vitali, Mario Sironi, James Ensor, Zoran Music e Nicola Villa.
«La mostra e le immagini che proponiamo – scrive Mauro Corradini - ripercorrono le diverse riflessioni degli artisti nel loro incontro con l’idea della terribile falce. È un incontro sempre carico di suggestioni e rinvii drammatici, in cui centrale diviene il Crocifisso, che unisce e incarna la tragicità dell’evento esprimendone la sofferenza, la solitudine e il dolore (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”).
La figura di Gesù nella sofferenza della Croce disegna in modo definitivo il modello del dolore con cui avrà a che fare la civiltà cristiana, che apre comunque la via alla Resurrezione e alla nuova vita». Tutti questi lavori, che dialogano nelle loro intrinseche diversità, sembrano nascere da quell’interrogativo che il cardinale Angelo Scola, nella sua introduzione al catalogo della mostra, individua come centrale in ogni esistenza: «L’uomo deve sempre fare i conti con la domanda delle domande che come l’erba selvaggia a primavera sbuca anche dal più fitto cumulo di detriti. È genialmente espressa dal Leopardi nel Pastore errante dell’Asia: “Ed io che sono?”». L’esposizione è dominata dal grande Crocifisso in legno di Floriano Bodini, una sorta di emblema della mostra, che dialoga innanzitutto con il laico “Memento Mori” di 
 Nicolas Maldague. «Le sue Vanitas  - scrive Michele Tavola - si inscrivono in una concezione assolutamente atea dell’esistenza, sono una testimonianza della morte intesa come fine della vita, ma ignorano completamente la possibilità di risurrezione o di una vita ultraterrena. La loro valenza è etica ma non mistica». Per assonanza e contrasto la mostra continua sino a giungere prima alla “crocifissioni” e poi alle “resurrezioni”. Si va dalle crocifissioni di Rouault agli omaggi a Grünewald di Vaglieri e Ferroni, sino all’”Esplosione” di Romagnoni, in cui quelle mani levate al cielo più che una richiesta di aiuto sembrano urlare una disperazione senza misericordia. In questo senso è interessante  che l’esposizione presenti come una delle ultime opere il “Cristo risorto” di Leonardo Cremonini.
Un quadro emblematico, nato dall’ingegno e dalla sensibilità artistica di un non credente. E’ illuminante, a questo proposito, la testimonianza del figlio Pietro, che è pubblicata nel catalogo. Quel “Cristo” era posto sopra il letto della madre dell’artista e non usciva per andare alle esposizioni; era mostrato ai “compagni”, amici dell’artista, come un segreto di famiglia. «La sua bellezza – scrive Gigi Riva - sta forse proprio qui, nella sua forza evocativa e insieme umanissima e “famigliare”, segno irrinunciabile di quel mistero che c’è in ognuno di noi, che la ragione cerca di capire e cogliere senza impossessarsene». Come si vede, questa è una mostra che parla a tutti, ma che, soprattutto,  provoca tutti, credenti o atei non fa differenza. Il catalogo, con l’introduzione del cardinale Angelo Scola, vede susseguirsi gli interventi di Mauro Corradini e dei tanti critici e giornalisti che di questi artisti e di queste opere si sono occupati. La durata prevista per la visita è di circa un’ora. L’orario di apertura sarà dalle 10 alle 22 su prenotazione (336341038).

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