Cesare Perego - Un’industria lattiero casearia ricca di tradizione caratterizza da sempre la Valsassina. Con grande dedizione i contadini si prodigano quotidianamente per mantenere intatte le peculiarità del territorio, spesso anche a costo di grandi sacrifici, specialmente quando si parla degli alpeggi, cioè di allevamenti in alta quota. Questi insediamenti si trovano infatti sopra i 1000 metri dove i prati sono ricchi di erbe mediche e dove l’aria è senza dubbio ancora incontaminata.
Ancora oggi ogni anno, e più precisamente nel mese di giugno, viene praticata la cosiddetta monticazione, ovvero la migrazione del bestiame dalla valle all’alpeggio, mentre a fine stagione, generalmente nel mese di settembre, avviene il ritorno del bestiame a valle dai pascoli di alta quota. Un’ usanza tra le più radicate in Valsassina, così come nell’intero arco alpino, con tutte le implicazioni a carattere economico e sociale che questa tradizione porta con sé. Il ritorno a valle, in particolare era ed è ancora un motivo di festa, con un cerimoniale che si ripete annualmente a fine estate intorno alla data di San Michele, (29 settembre). Le generazioni che oggi hanno i capelli bianchi sono ancora in grado di raccontare ciò che avveniva in ogni paese in occasione del rientro del bestiame dall’alpeggio. Tutto si svolgeva di sabato, di solito il terzo o quarto del mese di settembre, anche se i preparativi iniziavano molto tempo prima. Innanzitutto ci si dedicava alla preparazione e alla lucidatura dei campanacci che le vacche portano al collo.
La pratica dell’alpeggio, seppure oggi limitata all’interno dei confini della valle, è ancora diffusa con l’arrivo della bella stagione i pascoli di montagna si riempiono di mandrie bovine che allietano con la loro presenza naturale, dove i segni dell’uomo sono limitati ai ricoveri per i mandriani e per gli animali. La zootecnia di montagna mantiene inalterato il suo fascino e consente all’allevatore un’autonomia e una libertà di azione ben maggiore di quanto non offrano altre occupazioni. Nelle baite e nelle casere degli alpeggi è ancora possibile osservare i casari intenti nella produzione dei formaggi di alpe, i prestigiosi formaggi degli alpeggi della Valsassina che hanno un numero crescenti di estimatori a riconoscenza delle esclusive caratteristiche di tipicità e genuinità sono la conseguenza di una sapiente attività casearia mantenutasi costante nei secoli.
Di fronte alle trasformazioni intervenute nell’economia montana, i caricatori degli alpeggi sono quindi un fondamentale strumento di presidio del territorio e salvaguardia dell’ambiente naturale che senza la presenza dell’uomo rischia di decadere, venendo meno l’opera costante di sistemazione dei sentieri, regimazione dei corsi d’acqua, sfalcio dell’erba, ripulitura del sottobosco, taglio degli alberi morti, conservazione delle aree pascolive, manutenzione delle opere murarie quant’altro costituisce strumento di difesa dell’ambiente e di prevenzione delle calamità naturali. Si può e si deve affermare che la qualità della montagna non è solo un affascinante slogan ma un progetto culturale, sociale ed economico condiviso. L’area delle montagne valsassinesi costituisce uno dei paesaggi più affascinanti della Lombardia, il suo patrimonio è ricco di tesori culturali ed enogastronomici, ambienti naturali, prodotti agricoli di qualità. Un importante e ormai secolare evento è rappresentato dalle Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi dedicato al mondo degli alpeggi ai suoi protagonisti che, vuole sensibilizzare sul ruolo e sulle attività degli alpigiani nella doppia veste di produttori di tipicità e di custodi delle nostre montagne, una grande occasione di ritrovarsi per chi ama, apprezza la montagna, più in generale la natura e l’uomo che la vive.
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