2020-04-27

Andrea Panizza: “Le Olimpiadi nel 2021? Mi farò trovare pronto, voglio esserci”


di Claudio Bottagisi Doveva essere l’anno delle Olimpiadi, doveva essere - quella del 2020 - l’estate dei sogni per tutti gli atleti chiamati a prendere parte ai Giochi di Tokyo. Dovevano essere, questi, i mesi primaverili in cui impostare strategie e mettere a punto la preparazione in vista proprio del grande appuntamento programmato dal 24 luglio al 9 agosto. Niente di tutto questo. E’ l’anno del Covid-19, dell’emergenza sanitaria che ha fatto saltare o, nella migliore delle ipotesi, rinviare (è il caso ad esempio appunto della kermesse olimpica) praticamente tutti gli eventi in calendario a iniziare da quelli sportivi, senza esclusione di disciplina.

Doveva essere l’anno di Andrea Panizza, ventunenne vogatore di Mandello Lario capace di vincere nel 2018 a Plovdiv, in acque bulgare, il titolo mondiale di canottaggio con il “quattro di coppia” e di conquistare, nello stesso anno, l’oro ai campionati europei, con lo stesso armo e il medesimo equipaggio, di cui facevano parte anche Filippo Mondelli, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili.
Covid-19 a parte, già a inizio anno il destino aveva deciso che insieme, quei “magnifici quattro”, in Giappone non ci sarebbero andati.
Era gennaio, infatti, quando a fermare il venticinquenne comasco Mondelli fu una patologia ossea che nelle settimane successive l’avrebbe costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico per l’asportazione di un osteosarcoma alla gamba sinistra.
Addio Tokyo, per lui, che in un’intervista spiegava: “I miei progetti sono cambiati. Doveva essere l’anno dei Giochi, di una medaglia da provare a vincere insieme ai miei compagni e invece è tempo di un’altra sfida. La vittoria sull’osteosarcoma sarà la mia Olimpiade”.
L’operazione, poi vari cicli di chemio e lui, Filippo, quella battaglia la sta in effetti vincendo, ma a spezzare per quest’anno i giustificati sogni di gloria anche di Rambaldi, Gentili e Panizza ha pensato il virus, quel nemico invisibile contro cui tutti stanno tuttora combattendo.

Niente Olimpiadi, niente gare, niente trasferte. E naturalmente nessun raduno. Soltanto allenamenti dentro casa in queste settimane di lockdown e di distanziamento sociale. “Non ci voleva proprio”, dice Andrea, che nella sua casa in frazione Olcio mamma Agnese e papà Fiorenzo si erano abituati a vederlo sì e no una settimana al mese. E già di questi tempi Panizza avrebbe dovuto allenarsi a Sabaudia per poi raggiungere Piediluco e da lì, indicativamente a metà luglio, partire alla volta del Giappone.
A Sabaudia Andrea, tesserato sia per il Gruppo sportivo Fiamme gialle sia per la gloriosa Canottieri Moto Guzzi, si trovava anche prima della pandemia. E prima dell’emergenza. “Sono rientrato a Mandello a metà marzo - spiega l’atleta mandellese, che lo scorso anno sempre ai Mondiali, sempre nel “quattro di coppia” e sempre con Mondelli, Rambaldi e Gentili si era aggiudicato la medaglia di bronzo - e da subito ho voluto iniziare ad allenarmi per non perdere comunque la forma e la condizione. A casa ho il remoergometro e i rulli, poi ci sono i pesi. Insomma, riesco a dedicare ogni giorno due o tre ore agli allenamenti e in questa fase direi che va bene così, anche se prima dell’emergenza le ore riservate alla preparazione erano anche il doppio”.
Ma i risultati sono quelli auspicati? “All’inizio no - risponde senza mezzi termini Panizza, che svolge attività agonistica dal 2009 - e capivo che stavo pagando questa nuova situazione. I valori non erano buoni, non erano i miei. Poi fortunatamente le cose sono cambiate e adesso va decisamente meglio”.

Resta l’incognita del futuro, per lo meno di quello prossimo, perché a un atleta come Andrea le gare mancano, eccome! “Io solitamente soffro i mesi invernali - dice - quelli in cui l’attività agonistica è ferma. Così, quando si avvicina la fine della stagione fredda, non vedo l’ora di ripartire e quest’anno c’è stato il tempo per disputare soltanto una regata prima che la pandemia fermasse anche il canottaggio”.
Fortuna vuole che la Federazione abbia pensato a progetti motivazionali e di community rivolti agli atleti, tra i quali il Tuesday & friday Covid meeting, che dà modo anche a Panizza di cimentarsi in utili sessioni di allenamento, interfacciandosi con i tecnici e con lo staff della Nazionale.
Una serie di appuntamenti bisettimanali per remare da casa insieme, nel segno dello slogan - che poi rispecchia fedelmente la filosofia operativa dell’iniziativa - “Distanti ma uniti”.
Le Olimpiadi, si è detto. In un primo tempo si era ipotizzato di rinviarle al prossimo autunno. “Personalmente avrei preferito - dice Panizza - Stavo bene e avrei comunque potuto proseguire la preparazione in vista di quell’importante appuntamento, poi però, considerato soprattutto quanto accaduto al mio compagno di barca Filippo, ho accolto favorevolmente la decisione di rinviare i Giochi esattamente di un anno. Imposteremo nuovamente la preparazione per quella scadenza e per luglio 2021 ci faremo trovare pronti, ne sono certo”.
A proposito di rinvii. Andrea - che ha due sorelle (Elena e Alessandra) e un fratello (Giacomo) - è esplicito anche sulla ventilata ipotesi che il calcio possa ripartire fin dal prossimo mese di maggio. “Alla luce della situazione che stiamo tuttora vivendo - ammette - non mi sembrerebbe una scelta particolarmente sensata”.
Ma lui il suo obiettivo l’ha bene in mente: farsi trovare pronto tra poco più di un anno, quando il Covid-19 sarà stato sconfitto e si potrà celebrare quella grande festa dello sport chiamata Olimpiade.

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