ENRICO MAGNI - E’ appena uscito, fresco di stampa, desidero presentarlo direttamente. E’ un testo nato dall’interazione costante e continua con il dott. Franco Riboldi, direttore dell’U.O.C Rete Dipendenze dell’ASST di Lecco. E’ un lavoro che ci ha visti impegnati, per mille motivi, per tanto tempo. E’ il prodotto di un lungo lavorio di correzioni, riscritture, ripensamenti, per certi versi estenuante.
Avevamo già scritto insieme, sempre per la Franco Angeli, Droghe Ricreative, le lifeskills per crescere indipendenti e anche una seconda ristampa aggiornata e ampliata ma con una certa scioltezza.
Per anni abbiamo lavorato insieme presso il Nucleo Operativo delle tossicodipendenze nell’USSL 14 di Maerate e poi SERT, ci siamo sempre confrontati sulle tematiche delle dipendenze anche quando sono transumato presso il Dipartimento di salute mentale, volgarmente denominato psichiatria.
Il disturbo delle dipendenze in questo trentennio ha subito delle trasformazioni nella nosografia; si è passati dalla dipendenza classica della tossicodipendenza, all’alcoldipendenza, alla dipendenza alimentare, alla ludodipendenza, alla dipendenza da cyber fino alla cybersex.
Non c’è più solo la classica dipendenza tossicologica da droga, siamo di fronte al moltiplicarsi di comportamenti di dipendenza psicopatologica.
Come scrive Alfio Lucchini, curatore della collana Clinica delle dipendenze e del comportamento di abuso: “La cybersex addiction, la dipendenza da sesso virtuale, interessa ormai il clinico. Come già abbiamo visto per il disturbo da gioco d’azzardo, le evidenze cliniche hanno preceduto le sistemazioni diagnostiche poi riconosciute dal DSM-5: molte dipendenze comportamentali senza sostanza iniziano a interessare sia gli specialisti (in particolare gli psicoterapeuti) sia alcuni Servizi delle Dipendenze sensibili agli sviluppi del rapporto tra le tecnologie e l’impatto sulla salute. Possiamo prevedere che, con la crescita delle evidenze scientifiche, partendo dai singoli sintomi spesso di carattere psicologico-psichiatrico (impulsività, ossessioni, craving), anche in questo caso si comprenderanno quelle caratteristiche di permeabilità psichica, invasiva e persistente proprie delle forme di dipendenza”.
Questo testo cerca di rispondere a una seri di domande: come si trasforma l’identità sul web, oppure come si evolve oggi la sessualità, o come si genera e si alimenta una dipendenza, o come fare per non cadere nelle trappole della Rete. Il testo cerca di spiegare quanto la cybersex addiction sia attuale e diffusa in persone di ogni età: adolescenti, adulti, anziani. Nel fotografare la complessità
del rapporto tra sessualità e Internet, il testo illustra le motivazioni che possono portare a questa prigione virtuale e le diverse forme in cui si può sviluppare.
Ci accompagnano, in questo percorso nel virtuale, per descrivere determinati tratti psicopatologici della dipendenza, personaggi della letteratura come: il Barone rampante, Lolita, Robinson Crusoe, Amleto e altri. Ci scusiamo con loro per averli scomodati e usati ‘impropriamente’ ma il confine tra il virtuale e l’immaginario è molto labile.
Alfio Lucchini introduce il testo dicendo che:” Il volume di Franco Riboldi e Enrico Magni affronta in modo originale il tema “cybersex addiction”,sempre più attuale e discusso all’interno della vasta gamma delle nuove dipendenze”.
Consideriamo questo ‘modo originale’ un complimento scientifico: Siamo consapevoli che la scienza si snoda sempre attraverso il pensiero divergente mai quello convergente.
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