Gianfranco Colombo - E’ stato presentato al Palazzo delle Paure il “Tintoretto rivelato”, la mostra che accompagna l’Annunciazione del Doge Grimani, il capolavoro di Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1519-1594). Di mostra, infatti, si tratta. Prima di arrivare di fronte alla grande e bellissima tela del grande artista, un percorso guidato, allestito dallo Studio di architettura Melesi, favorisce un incontro per gradi all’opera, con un’attenzione alla valorizzazione di tutti i suoi aspetti iconografici.
Dopo tanta attesa, il “miracolo”, come l’ha definito monsignor Davide Milani, si è avverato ed a Lecco, sino al 2 febbraio 2020 potremo goderci questo autentico capolavoro. Il prevosto di Lecco ha voluto precisare le motivazioni che hanno accompagnato gli sforzi di coloro che hanno lavorato su questo evento: «Abbiamo voluto ridire e sottolineare i motivi per cui a Natale i cristiani fanno festa. Si tratta dunque di un percorso per spiegare cosa sia il Natale per i cristiani. Al Palazzo delle Paure ci sarà una spazio di incontro in cui raccontare la pretesa dei cristiani, la rivelazione che Dio è tra noi. Dentro questa operazione c’è la Chiesa che esce dai suoi spazi per raccontare Cristo con le parole dell’arte». La visita al “Tintoretto rivelato” sarà una vera e propria esperienza che sarà accompagnata e spiegata grazie a 140 studenti delle nostre scuole superiori, “formati” per l’occasione dalla professoressa Laura Polo D’Ambrosio.
Ci sarà, dunque, un grande coinvolgimento dei giovani studenti delle scuole superiori di Lecco; saranno loro a farsi guide ed a spiegare ai visitatori i significati più nascosti dell’opera, attraverso un percorso di alternanza scuola lavoro, reso possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Lecco. Dell’opera ha parlato Giovanni Valagussa, conservatore dell’Accademia Carrara di Bergamo e curatore dell’esposizione del Tintoretto: «L’opera è molto interessante perché la si è vista pochissimo. E’ stata esposta solo quattro volte in cento anni e poi di mostre su Tintoretto ne sono state fatte proprio poche. Dal punto di vista artistico siamo di fronte ad un dipinto di grande levatura. E’ un’Annunciazione che si svolge in una stanza ampia ed elegante, arredata con cura e con una grande finestra a vetri aperta su un paesaggio lontano di montagne.
E’ anche molto interessante la cura dei particolari. Si notano il sontuoso inginocchiatoio di Maria, la cesta con i panni in primo piano e la seggiolina con il cuscino da ricamo. E poi c’è l’angelo che scende in volo ed ha nella sinistra un giglio candido, segno di purezza e al centro la scena è illuminata dalla colomba dello Spirito, che scende in volo in un alone di luce abbagliante. Il pittore sembra voler sottolineare che la luce, la qualità sottile della presenza divina, si manifesta nella normalità attenta delle cose umane». La mostra è accompagnata da un curatissimo catalogo che vede i saggi critici di Giovanni Valagussa, Laura Polo D’Ambrosio e Giorgio Melesi. Seguono quattro interventi sull’arte e il mistero, a partire dall’opera di Tintoretto, rispettivamente del cardinale Angelo Scola, della regista Liliana Cavani, dell’attore Giacomo Poretti e dello scrittore Andrea Vitali.
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