Lunedì 25 novembre, ore 18.30, incontro del gruppo di lettura
[5] Martedì 26 novembre, ore 17.30, Marco Lupo presenterà il suo romanzo Hamburg. La sabbia del tempo scomparso (Milano, Saggiatore, 2018), Premio Campiello Opera Prima. Dialogherà con lui il Prof. Maurizio Bertoli (Liceo Classico e Linguistico, “A.Manzoni”, Lecco).
Si tratta di uno dei romanzi più originali, nella costruzione e nello stile, pubblicati in Italia negli ultimi anni. Se storica è la materia, il modo di declinarla è senz’altro assai poco convenzionale. Questi ed altri motivi saranno al centro di una presentazione che intende non solo descrivere, ma analizzare e interpretare l’opera.
Diamo la scheda editoriale:
Crepitano gli incendi autunnali sulle colline. Il primo freddo insegue come un cane uomini e donne che si riparano in una libreria. Accade ogni giorno, a ogni ora. Entrano e cercano qualcosa o nulla, il libraio li osserva avvolto in un’aura di tabacco. Poco lontano, ogni lunedì, alla stessa ora, un gruppo di sconosciuti si incontra per leggere frammenti di libri che stanno scrivendo; bevono e fumano abbottonati nel loro anonimato, si preparano ad ascoltare o a essere ascoltati. Una volta usciti dal locale, nessuno conosce più nessuno. Come una setta il loro rito è intimo, silenzioso, impronunciabile.
Un giorno uno degli uomini porta con sé alcuni romanzi di uno scrittore di cui si sono perse le tracce. Li ha scovati in una libreria, racconta, con le pagine stralciate, i dorsi scorticati che prudono tra le mani come sabbia e gridando senza sillabe chiedono di essere ascoltati. Appena iniziano a leggere, l’autore li inghiotte nell’universo delle macerie di Amburgo 1943, nella tempesta di fuoco precipitata dal ventre dei bombardieri; nell’universo di un bambino ingrigito dalla polvere in un bunker sotterraneo e destinato a diventare presto un orfano, che pochi anni dopo deciderà di raccogliere tutte le schegge esiliate di questa drammatica storia. Nelle sue parole riprendono vita pani di sego ammuffiti, libagioni nelle segrete stanze del potere e i fantasmi di Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Adolf Hitler.
Nel suo romanzo d’esordio, tra Bolaño e Sebald, Marco Lupo dà vita a un’opera al nero che sfuma continuamente i contorni della narrazione. Geografia dell’oblio, studio anatomico della dimenticanza e regesto letterario di un massacro, Hamburg sfugge alla linearità del racconto per mutarsi, tra finzione e realtà, incubo e ricordo, in un coro di vite e memorie al centro del quale pulsano voci rotte dalla fame, braccia rose dalla rabbia e spettri inceneriti. Una storia in cui la memoria non è mai una cronaca fedele, ma il frutto polposo e amaro dell’immaginazione.
[6] Giovedì 28 novembre, ore 18.00, presentazione del volume di Edgar Morin-Michelangelo Pistoletto, Attiviamoci. Dialogo per il secolo (Lecco, Polyhistor Edizioni-Como, New Press Edizioni, 2019)
Dopo un’anteprima di presentazione il 25 ottobre presso il Crams, nell’ambito della due giorni di Brainart, la casa editrice Polyhistor Edizioni di Lecco, coautrice con New Press di Como, presenta il volume presso la Libreria Parole nel tempo. Introduce il Prof. Franco Minonzio, direttore della collana Àrbelos.
Si offre nella forma più estesa la scheda editoriale del volume:
Nell’autunno del 2015 vedeva la luce, in lingua francese, presso le edizioni Actes Sud di Arles, il volume Impliquons-nous. Dialogue pour le siècle, che poneva a confronto, l’uno di fronte all’altro, il filosofo Edgar Morin, voce e coscienza del tempo presente, e Michelangelo Pistoletto, uno degli artisti più creativi della nostra epoca: volume oggi riproposto nella traduzione italiana di Mario Porro, dalle edizioni New Press e Polyhistor nella collana Àrbelos, diretta da Franco Minonzio.
Michelangelo Pistoletto ha legato la sua fama in ambito artistico, fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, al suo impegno nell’arte povera di cui è stato uno dei fondatori: un movimento che ha preso vigorosamente le distanze dall’opulenza pletorica della società industrializzata del dopoguerra e che dunque, per l’esplicita indisponibilità ad assecondare un progresso onnipotente, può per più versi essere retrospettivamente considerato uno dei precursori dei concetti di “decrescita” e di “sostenibilità”. Ma Michelangelo Pistoletto è anche il creatore di Cittadellarte, un laboratorio del futuro – esteso su svariate decine di migliaia di metri quadrati - costituito, a partire da 1998, negli spazi di antiche manifatture in Biella, città natale dell'artista, che comprende un museo, biblioteche, e laboratori destinati ad accogliere i creativi del mondo intero. E precisamente lo sforzo di tradurre nella realtà il suo progetto di un’arte capace di interazione con tutti i segmenti dell’attività umana che compongono la società ha ispirato il desiderio di Pistoletto di confrontare le proprie idee con quelle di Edgar Morin, di uno dei pensatori della nostra epoca più interessato dall’evoluzione attuale del mondo. Nella sua lunga, operosissima, leggendaria esistenza, Morin si è battuto, sul piano politico, per l’affermazione della libertà e della democrazia, e sul piano filosofico per una riforma del pensiero che educhi alla coscienza della complessità.
I primi passi in politica di Edgar Morin lo hanno visto sostenere la lotta dei repubblicani spagnoli, poi prolungata nell’impegno tra le fila della Resistenza francese al nazifascismo, e nel dopoguerra nelle battaglie contro il colonialismo e la guerra d’Algeria e per la difesa dei diritti dei popoli amazzonici.
Negli anni 1969-70, durante un soggiorno di studio in California, l’ambiente scientifico dell’università di Berkeley lo ha spinto ad interessarsi a quella disciplina nascente che era l’ecologia. Da allora, e pur continuando ad articolare la sua poderosa opera di filosofo – scrive i sei volumi del suo principale opus, Il Metodo, dal 1977 al 2004 –, Edgar Morin si dedica con ostinazione a mettere in guardia sia gli intellettuali che l’opinione pubblica sui pericoli e i disastri potenziali che corre il pianeta. Fra le circa ottanta opere da lui pubblicate, molti sono i titoli che – da Terra-Patria (scritto con Anne-Brigitte Kern), nel 1993, a La Via. Per l’avvenire dell’umanità, nel 2011 –, come altrettanti gridi di allarme, vogliono attirare l’attenzione del secolo sulle derive della globalizzazione e sulle perversioni di un sistema soggetto al diktat della crescita.
Si intende bene come, nelle rispettive ricerche, vi fossero molteplici presupposti per l’incontro tra le idee di Edgar Morin e quelle di Michelangelo Pistoletto testimoniato da questo libro. Ormai non è più tempo di indignarsi. Esistono alterative concrete e devono essere sviluppate. Il momento dell'attivarsi (Impliquons-nous) è giunto. Arbusto nascente di una saggezza nuova, ciò che Pistoletto designa come Terzo Paradiso, l’esistenza di Cittadellarte, una non utopia perché indissolubilmente legata a un luogo, ricorda al mondo che un altro mondo, appunto, è non soltanto necessario, ma ancora possibile.
A convalida di un impegno che deve attuarsi in scelte concrete, al titolo dell’opera di Morin e Pistoletto (Impliquons-nous) e alle idee in essa sviluppate fa esplicito riferimento il Festival del Pensiero Civile Attivo (2019) promosso a Lecco dal Crams nell’ambito del Festival Nazionale della Sostenibilità, che ha progettato, con un impegno destinato a durare per gli anni a venire, I Quartieri del Terzo Paradiso, come motore di trasformazione sociale responsabile.
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