(C.Bott.) Nel 2018 la festa assume un significato particolare, considerato che appunto quest’anno la ricorrenza liturgica di San Martino di Tours cade in domenica.
A Lierna i tradizionali festeggiamenti in onore del vescovo cristiano del IV secolo, uno dei fondatori del monachesimo in Occidente, vivranno attorno alla piccola chiesa situata lungo la mulattiera che da Casate scende a Grumo, costituita da un semplice edificio con campanile, preceduto da un portico ornato da un affresco raffigurante le anime purganti.
Come scrive Franca Panizza “la citazione più antica di questo luogo è in un rogito notarile del 1436 riguardante un terreno appartenente alla chiesa di San Martino di Lierna, in località Prato grasso. Dopo due secoli, alla fine del Seicento, il parroco di Lierna scrive che durante le processione delle Rogazioni si visitavano i resti dell’antico oratorio di San Martino. Nel 1899 il vescovo Valfrè di Bonzo si limita a un cenno della chiesetta ricostruita, scrivendo che era stata eretta nel 1868 con il contributo dei liernesi emigrati nelle Americhe per onorare la tomba dei padri, nel luogo ove era posto l’antico cimitero”.
Sempre Franca Panizza scrive che “l’Oratorio è legato a leggende riguardanti “morti miracolosi” che apparivano in sogno ai liernesi nei momenti di difficoltà fornendo consigli utili, prevedevano il futuro, intervenivano in caso di bisogno ed erano considerati potenti numi tutelari del paese, degni di preci e rispetto”.
E ancora: “Per propiziare le anime di questi defunti, all’inizio del secolo scorso venivano effettuate processioni domenicali a questa chiesa, dopo i vespri pomeridiani. Nelle località vicine rimangono ancora dicerie riguardanti fiammelle tremolanti avvistate durante la notte nel prato intorno alla chiesa, ritrovamenti di teschi, racconti di antichi morti di peste, di colera e di altri morbi e memoria di semplici sepolture coperte con lastre di pietra, senza corredi funebri, scoperte a fine Ottocento nei terreni attorno alla chiesetta”.
“Uno scritto del 1789 del curato Antonio Casartelli conservato nell’archivio parrocchiale - aggiunge la ricercatrice liernese - ha infine chiarito l’origine di questi racconti. Nel gennaio di quell’anno, mentre venivano eseguiti scavi nel fondo di San Martino, si iniziarono a trovare numerose tombe antiche contenenti cadaveri umani. I sepolcri erano costituiti da due lastre di pietra e una più lunga sopra il cadavere. Le pietre furono portare in casa parrocchiale dove servirono a pavimentare il portico d’ingresso e l’aia nel cortile, mentre le ossa vennero deposte in una cappelletta vicina alla strada, rinchiusa con ferrata e rete metallica. L’edicola venne poi decorata con le effigi della Beata Vergine del Rosario, di Sant’Ambrogio e San Martino per mantenere memoria dell’antico oratorio preesistente e del relativo cimitero”.
Domenica 11 novembre, dunque, la festa liernese di San Martino si aprirà alle 15 con i Vespri, seguiti dalla celebrazione della messa, dall’incanto dei canestri e dal peso del formaggio.
Per tutti ci saranno dolcetti e caldarroste, oltre al sempre apprezzato vin brulé.
“Vi aspettiamo numerosi - fanno appello i promotori della festa - per trascorrere insieme un pomeriggio in allegria in onore del nostro santo patrono”.
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