2018-11-22

“Libero pensiero”, un Circolo costruito dai lavoratori e per i lavoratori

Qui sono state diffuse idee di libertà, democrazia e giustizia sociale, qui sono stati organizzati momenti di incontro per dar voce alle esigenze dei più deboli


di Claudio Redaelli
Nel 2000 ha tagliato il traguardo del mezzo secolo di vita. Da sempre location di riferimento per iniziative a sfondo culturale, oltre che per eventi sociali e politici organizzati in città, il Circolo Libero pensiero di Rancio è sempre stato per tradizione un luogo e uno spazio al servizio dei più deboli e dei più diseredati, gli uni e gli altri peraltro contraddistinti dalla dignità di uomini desiderosi di contare nella società al pari degli altri.

Per questa stessa ragione il Circolo era nato nel 1950 e con questo spirito e questa filosofia è cresciuto nel corso dei decenni. E con questa speranza, è il caso di aggiungere, continuerà a vivere.
Da qui sono state diffuse idee di libertà, democrazia e giustizia sociale, qui sono stati organizzati momenti di solidarietà e di incontro per dar voce alle attese e alle esigenze, come già detto, dei più deboli.

Il “Libero pensiero” ha certamente vissuto le trasformazioni della società e tutti i cambiamenti intervenuti con il passare del tempo adeguando la propria struttura e ideando nuovi spazi, senza tuttavia mai snaturare le ragioni che ne motivarono la creazione.
“Oggi è ancora luogo di divertimento e di ritrovo - ebbe a scrivere in occasione del 50° del Circolo il presidente Emilio Villa - ma è anche una struttura dentro la quale continuano a essere organizzati momenti di solidarietà, dove si discute di politica, dove si esprime la propria appartenenza a sinistra”.
“Un luogo frequentato dal sindacato e dai lavoratori - aggiungeva - dove i Democratici di sinistra di Rancio e Laorca hanno la loro sede e dove la Festa dell’Unità continua a essere un appuntamento per la gente del quartiere e in generale per la città di Lecco”.
Con gli anni la frequentazione di donne, uomini, giovani e anziani è divenuta certamente meno ideologica rispetto a coloro i quali costruirono il Circolo e alle generazioni che si sono succedute fino agli anni Ottanta.
Qui si sono svolte numerose feste delle donne e dei lavoratori, qui sono stati ricordati i vari anniversari della lotta di liberazione dal nazifascismo. Rancio è del resto da sempre terra antifascista. “E l’antifascismo rancese - scrisse Antonio Gottifredi nel 1995 - diede un importante contributo alla resistenza nel Lecchese”. “Tra i partigiani - aggiungeva - ricordiamo, come emblema dell’impegno democratico, otto giovani martiri che diedero la vita per la libertà”.
A raccontare nel libro pubblicato in occasione del cinquantesimo del Circolo i primi passi del “Libero pensiero” fu Ernesto Gaeta. “Alcune persone nel ricordare quei tempi - scrisse - descrivono la gioia, l’allegria di vivere, di divertirsi, di lasciare alle spalle l’orrore della guerra e di guardare al futuro con l’idealità del socialismo, che doveva servire e aiutare i più diseredati. Si ballava la domenica pomeriggio e la gente era talmente tanta che si danzava, al suono di una fisarmonica, persino sulla strada”.

Quella del “Libero pensiero” è la storia di tanti uomini e donne a partire da Serafino Fusi, presidente dal 1949 al 1964. E’ la storia di un Circolo di sinistra. “E quando vedo altri Circoli, anche del Lecchese, che hanno perso per diversi motivi questa etichetta - ebbe a dire Piero Riva nel 2000 - il mio pensiero va a quei compagni, soci fondatori, che con tanti sacrifici hanno costruito e gestito per anni il “Libero pensiero”. A loro onore e gloria”.
Tra quei fondatori vi fu Giovanni Riva (nella foto, durante un comizio), che molto diede alla causa di riscatto e di emancipazione dei lavoratori e del Paese.
Appena diciottenne, Riva fu partigiano nella Divisione Garibaldi, fu giovane stampista specializzato alla Faini, segretario del sindacato tessili e, successivamente, segretario della Camera del lavoro di Lecco, carica che resse dal 1962 sino alla morte, avvenuta a soli 40 anni di età il 14 aprile del ’67.

Una tra le figure più importanti del “Libero pensiero”, dove tuttora hanno sede il Circolo cittadino del Partito democratico e la federazione provinciale lecchese del Pd, fu anche Luigi Rigamonti, segretario della sezione del Pci di Rancio dai primi anni Cinquanta fino alla fine degli anni Settanta e componente del Cda dal ’60 al ’79.
Fu lui, più di ogni altro verrebbe da dire, a riuscire a trasmettere ai giovani e alle persone che aveva accanto l’importanza del Circolo come uno dei luoghi dove far crescere gli ideali della Sinistra.

Benvoluto e stimato dalla gente del rione, era rigoroso con se stesso e con gli altri, aveva grande personalità e una notevole statura morale.

Uomini e date da ricordare. Uomini e date che hanno fatto la storia del “Libero pensiero”, il Circolo della classe operaia di Rancio.

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