Da qui al 2029 saranno almeno altri 4.500 i nuovi casi di mesotelioma
Si è tenuto questa mattina davanti alla Pretettura di Milano il presidio organizzato da Cgil, Cisl e Uil Lombardia per sostenere la richiesta di prevedere nella finanziaria lo stanziamento di fondi per l’emergenza amianto.
I dati diffusi dal Registro Mesoteliomi della Regione Lombardia rilevano 6.000 casi di mesotelioma pleurico verificatisi tra il 2000 e il 2016.
Le previsioni parlano di 11.274 malati nel periodo 2000-2029, quindi da qui al 2029 saranno almeno altri 4.500 i nuovi casi di mesotelioma.
“Cgil Cisl e Uil sono da sempre attivi su questo tema – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia – elaborando piattaforme sia per il confronto con il livello istituzionale nazionale, sia con Regione Lombardia, in particolare con gli assessorati Welfare e Ambiente”. “A questi ultimi – aggiunge – da tempo abbiamo inviato un documento di richieste e proposte, ma le risposte sono ad oggi insufficienti”. GUARDA L’INTERVISTA VIDEO
Al governo nazionale Cgil, Cisl e Uil chiedono di rendere disponibili risorse economiche e strumenti normativi in grado di contrastare e debellare con forza i danni alla salute e all’ambiente dovuti alla perdurante presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita dei cittadini italiani.
Al ministero del Lavoro, di aprire un tavolo di confronto per gli aspetti di natura sociale e previdenziale, insieme all’Inail e all’Inps per definire le problematiche. Per gli aspetti previdenziali, stante che l’aspettativa di vita degli ex-esposti all’Amianto è più bassa della media dei lavoratori italiani ed essendo l’aspettativa di vita uno dei criteri che regola il sistema previdenziale, lo stesso criterio deve potersi applicare ai fini di un beneficio previdenziale agli ex-esposti all’amianto.
Per le vittime dell’amianto si chiede di realizzare un fondo universale che abbia i trattamenti equiparati per tutte le vittime sulla base del modello francese con gli adeguamenti necessari in considerazione della diversa struttura delle dimensioni aziendali.
A 26 anni dalla sua messa al bando, in Lombardia si registra ancora il 33% della presenza totale di amianto in Italia, con oltre 207.000 siti censiti in Lombardia, di tipo pubblico (12%) e privato (88%), che rilevano materiali contenenti amianto per quasi 6 milioni di metri cubi, 1,5 dei quali in matrice friabile, che ancora necessitano di interventi di bonifica e smaltimento.
In Lombardia, come nel resto d’Italia, c’è un problema ancora largamente irrisolto: non si sa come e dove smaltire l’amianto. Ed è un fatto grave perché se non si bonifica si continuerà ad avere ulteriori esposti e, quindi, nuovi malati e decessi ogni anno correlati all’asbesto.
Nei confronti di Regione Lombardia, Cgil, Cisl, Uil, riaffermano con forza i punti presenti nella piattaforma unitaria. A partire dalla sorveglianza sanitaria che, in considerazione della previsione del picco massimo previsto entro il prossimo decennio, deve essere rafforzata sia per la diagnosi precoce che per il monitoraggio dei casi di malattia asbesto-correlata. Nel registro mesoteliomi devono essere implementati tutti i casi di tumore correlati all’esposizione a materiali contenenti amianto.
Il censimento dei manufatti in cemento amianto deve essere completato a cura di Arpa Lombardia, anche con il coinvolgimento dei piccoli comuni e bisogna promuovere la conferenza dei sindaci sul tema dello smaltimento.
Infine i sindacati confederali regionali lombardi chiedono a Regione Lombardia, nel coordinare tutte queste azioni, di incentivare i percorsi corretti di rimozione, smaltimento e raccolta sicura verso destinazioni temporanee come le discariche, in attesa di una definitiva inertizzazione. Si rende anche necessaria un’informazione capillare ai cittadini per far conoscere i rischi sanitari, promuovere modalità corrette di bonifica anche negli edifici civili.
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