Ma l’Anas promette: “Entro fine novembre il primo tratto della ciclopedonale, quello che collega la città all’“Orsa Maggiore”, sarà concluso”
di Claudio Redaelli
Il sogno di molti, non soltanto degli appassionati di ciclismo, è da tempo quello di pedalare in totale sicurezza lungo un tratto della sponda orientale del ramo lecchese del Lario, così da godere appieno di meravigliosi paesaggi senza il rischio di farsi investire da auto e camion in transito.
Un sogno, appunto, visto che per pochi chilometri di percorso si aspetta dal 2003, tra ripetuti “stop” al cantiere che hanno fatto slittare di volta in volta la data di ultimazione dei lavori.
Un sogno che assomiglia sempre di più a un’illusione. Ora però qualcosa parrebbe muoversi. Parola di Dino Vurro, ingegnere responsabile del Coordinamento territoriale Nord ovest di Anas, che nei giorni scorsi ha detto: “Ci sono stati ritardi, ma adesso l’impresa dovrà concludere il cantiere nei tempi utili e noi non concederemo deroghe”. Per poi aggiungere: “Entro la fine di novembre il primo tratto della pista ciclopedonale Lecco-Abbadia, quello cioè che collega la città all’“Orsa Maggiore”, sarà concluso”.
Dopo stop forzati, ritardi e ostacoli burocratici almeno il primo tratto dell’opera sembra dunque vedere finalmente la luce. Pochi chilometri di ciclabile - 5 in totale - dalla località Caviate di Lecco alla discoteca “Orsa Maggiore”, che saranno percorribili in bici o a piedi in sicurezza, lontani dal traffico veicolare.
Nei mesi scorsi Anas aveva raccolto le richieste degli enti locali - Provincia, Comune di Lecco e Comune di Abbadia in primis - proponendo di risolvere la situazione dividendo in due stralci il progetto della ciclopedonale. Un primo lotto sarà proprio quello finalizzato al completamento del tratto iniziale dell’opera: 120 i giorni di tempo per realizzare la pista.
Il cantiere ha per così dire ripreso vita un paio di settimane fa. “I ritardi - ha spiegato in sede di conferenza stampa l’ingegner Giuseppe Zanframundo, che sta seguendo i lavori per conto di Anas - sono stati dovuti principalmente a un approvvigionamento di materiale che ha richiesto più tempo del previsto. La prima parte dei lavori riguarderà la rimozione integrale dei guard-rail presenti a lato del lago e la loro sostituzione con parapetti particolari e architettonici, in acciaio inox a forma tubolare e dotati di una rete flessibile per respingere colpi e urti. Quindi si provvederà al rifacimento del manto stradale. E la pista sarà illuminata”.
Ma se il taglio del nastro dei primi 5 chilometri di ciclopedonale sembra insomma essere alle porte, per vedere l’intera opera conclusa ci potrebbero volere (anzi, ci vorranno) ancora anni. Lunghe e incerte sono infatti le tempistiche del secondo lotto, che prevede anche un preliminare lavoro di controllo geologico della galleria e dei versanti a lago e a monte della futura pista.
Per quanto riguarda le tempistiche, le stime ipotizzate parlano di almeno altri 4 o 5 anni. Viste però le vicissitudini che hanno interessato finora l’opera, è il caso di non fare troppi pronostici. E di non cullare eccessive illusioni.
Nessun commento:
Posta un commento