2018-10-02

70 anni di un mito: TEX la grande mostra

È il 30 settembre 1948 quando nelle edicole italiane debutta il primo albo a striscia di Tex, il personaggio creato da Gianluigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini destinato a diventare il più amato eroe del fumetto italiano e uno dei più longevi del fumetto mondiale. 

Settant’anni dopo, Sergio Bonelli Editore celebra il ranger con una grande mostra dal titolo TEX. 70 ANNI DI UN MITO, aperta dal 2 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019 al Museo della Permanente di Milano e patrocinata dal Comune di Milano.

Curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto italiano, in collaborazione con la redazione di Sergio Bonelli Editore, la mostra racconterà come Tex sia riuscito, anno dopo anno, non solo a entrare a far parte delle abitudini di lettura degli italiani, conquistando generazioni diverse, dal 1948 a oggi, grazie al suo profondo senso di giustizia e alla sua innata generosità, ma anche a diventare un eroe e un vero e proprio fenomeno di costume, un nome che non ha bisogno di presentazioni.

Nei 70 anni della sua storia, Tex, l’avventuriero, il ranger, il saggio capo degli indiani Navajos, ha vissuto storie epiche e memorabili, ha affrontato banditi e malfattori e salvato tribù indiane ingiustamente perseguitate, ha cavalcato sui sentieri polverosi del vecchio West, come nei deserti infuocati del Messico e nelle fredde regioni del Grande Nord. E indimenticabili, naturalmente, sono le sfide con il suo nemico di sempre: Mefisto, l’incarnazione del male. Ora, grazie a disegni, fotografie, materiali rari e talvolta mai visti prima e attraverso installazioni a tema create appositamente per questo evento, la mostra TEX. 70 ANNI DI UN MITO, il più importante omaggio mai dedicato ad Aquila della Notte, ripercorrerà l’epopea di Tex Willer, che è anche quella della Frontiera americana, dalla sua creazione ai giorni nostri, attraversando gli eventi e i personaggi della serie e gli straordinari artisti della matita e del pennello che hanno reso Tex il mito che noi tutti conosciamo.

I visitatori potranno così ammirare, tra gli altri pezzi, la prima vignetta di Tex declinata in varie lingue, il ritratto di Gianluigi Bonelli e famiglia realizzato da Tacconi, fotografie di Aurelio Galleppini e anche la mitica macchina da scrivere di Gianluigi Bonelli: l’Universal 200 con cui sono state scritte le primissime storie di Tex, decorata con disegni a penna dallo stesso Gianluigi e oggi conservata nella sala riunioni della Casa editrice.

Del resto, all’epoca della nascita di Tex, come ricordava Sergio Bonelli nel 1998 “la Casa editrice è formata da mia madre, da una segretaria (Antonia) – a cui Galep si è ispirato per il personaggio di Florencita e la cui nipote, Liliana, è la mia preziosissima assistente da tanto tempo a questa parte – e da me che faccio il fattorino. Gli ambienti di casa sono diventati la redazione, una cantina è il magazzino dove trovano posto le copie invendute. Abitiamo in via Saffi in un vecchio, grande appartamento, con un unico vasto salone adibito a redazione (…). Aurelio vive e lavora in una stanza-studio di fianco a quella in cui dormo io. Quando all’una di notte, dopo aver letto a lungo, spengo la lampada sul comodino, la luce della stanza di Galep filtra ancora attraverso la porta. Non so dire fino a che ora rimane al lavoro. Ma quando mi alzo per andare a scuola, eccolo di nuovo seduto al suo tavolo a mostrami un mucchietto di strisce ricche di immagini dinamiche e affascinanti: è nato Tex Willer”.

La gestazione grafica del personaggio creato da Gianluigi Bonelli fu, infatti, assai laboriosa. Galep non era abituato a disegnare negli ambiti ristretti della striscia, quindi ricorreva a una sorta di montaggio preparatorio per rendersi conto degli spazi in cui far recitare i personaggi, diventando in breve tempo anche il punto di riferimento artistico per la Casa editrice, soprattutto per la realizzazione delle copertine (in tutta la sua carriera, ne disegnerà, solo per Tex, quasi duemila).


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