In un servizio del 1971, il giornalista Claudio Redaelli sull’Unità scriveva: “Mancano le case per i lavoratori, la scuola materna è insufficiente e mancano almeno cinque aule per le scuole elementari”
Sono giorni molto difficili per Campione d’Italia e per i suoi residenti. Sono i giorni del preoccupante tsunami economico e occupazionale seguito al dissesto delle casse provocato dalla crisi del Casinò.
Incombe lo spettro della mobilità per 86 dipendenti comunali su poco più di 100 e, come noto, sulla base delle norme relative agli enti locali in dissesto finanziario il Comune di Campione non potrà avere più di un dipendente ogni 150 abitanti. Si salverebbe, quindi, soltanto una frazione dell’attuale organico.
Sono giorni di crisi e di forti preoccupazioni e tornano alla mente altre “stagioni” difficili vissute da quel piccolo comune italiano in territorio elvetico, in particolare nei primi anni Settanta quando l’Unità, primo fra tutti i quotidiani, decise di occuparsi delle problematiche della casa da gioco e di determinate vicende che non avevano mancato di coinvolgere la pubblica amministrazione.
Basta tornare, ad esempio, al 1971, quando proprio l’Unità incaricò il giornalista Claudio Redaelli di seguire una seduta di consiglio comunale dominata da un vivace scontro tra maggioranza e opposizione in tema di assistenza.
Era il 19 dicembre appunto del ’71 e l’organo di stampa del Pci così titolava il suo servizio: “Hanno il Casinò, ma non le ambulanze”.
Quello che segue è il testo completo del servizio, a firma come detto di Claudio Redaelli:
Giovedì sera ha avuto luogo la più lunga seduta del consiglio comunale di Campione d’Italia, piccolo comune di soli 1.830 abitanti conosciuto per il suo Casinò. La riunione è durata 4 ore. Si è tenuta nella lussuosa sala del nuovo palazzo municipale, che è costato oltre 500 milioni di lire, una sala sontuosa, con microfoni, registratori, poltrone girevoli, il tutto in armonia con l’ambiente del Casinò dal quale vengono le fortune finanziarie di questo piccolo ente locale.
All’ordine del giorno le interrogazioni e le interpellanze presentate dal consigliere Tanzi ed il bilancio preventivo per l’anno 1972. In questo comune dove ogni giorno si assiste a una girandola di centinaia di milioni, grazie al casinò municipale, controllato in prima persona dal sindaco, mostruosa macchina del gioco d’azzardo legittimato dalla legge, mancano i servizi indispensabili alla collettività.
Proprio su questi problemi erano state presentate le interpellanze e le interrogazioni. Il consigliere Tanzi, sostenuto dal maestro Gaggini, in considerazione del fatto che per l’eccezionale collocazione del comune i ricoveri devono essere diretti all’ospedale di Lugano, ha richiesto che il comune si dotasse di un’autoambulanza e disponesse del personale necessario a rendere più sicuro il pronto intervento. Si ricordi che proprio alcuni mesi or sono nella vicina Svizzera un bambino è morto a causa del ritardo del ricovero ospedaliero.
Il sindaco e il vicesindaco hanno però sostenuto non necessario l’intervento, dimostrando totale insensibilità sui problemi della difesa della salute.
L’assistenza medica è affidata oggi in tutto il comune a un solo medico con notevoli difficoltà per la sostituzione, tant’è che quest’anno si è dovuto ricorrere ad un medico di… Palermo.
I consiglieri di opposizione hanno proposto inoltre la costruzione di una “casa” per i lavoratori anziani. Anche su questo problema la discussione è stata vivace poiché il sindaco ha proposto una convenzione con un ospedale italiano di Lugano. A conclusione si è deciso di nominare una commissione per lo studio delle due soluzioni da sottoporre poi al consiglio per la scelta definitiva.
Battaglia grossa anche sul bilancio di previsione per il 1972. Si tratta di un bilancio che molti comuni italiani vorrebbero, che molti sindaci, anche di città di media grandezza, desidererebbero. Basti dire che prevede circa un miliardo e mezzo di entrate e l’entità del movimento finanziario assomma a più di 58 milioni di franchi svizzeri, qualcosa come sette miliardi e più di lire italiane.
Nonostante queste disponibilità, a Campione mancano le case per i lavoratori, la scuola materna è insufficiente (lo stesso sindaco ha dovuto ammettere che ci sono state 110 domande di iscrizione ma solo otto sono state accolte), mancano almeno 5 aule per le scuole elementari, eccetera.
Di fronte a queste gravi carenze e all’entità dei bisogni insoddisfatti per la gran parte dei cittadini la proposta fondamentale del sindaco di Campione è stata la richiesta di una delega alla giunta per appaltare la costruzione di un autosilos, con capienza di 500 macchine, da costruirsi in piazza Milano, proprio davanti al Casinò. Questa scelta assurda è stata duramente contestata dai consiglieri di minoranza, i quali hanno richiesto che sull’area di piazza Milano si costruisca un nuovo centro scolastico, mentre - se si ritiene che un autosilos favorirebbe le presenze a Campione - si può ricercare un’area in altra posizione, restando fermo il centro commerciale in piazza Roma.
Si è assistito finalmente a uno scontro di posizioni sul piano politico-amministrativo per cui il sindaco dc Felice De Baggis ha perso le staffe. E’ stato quando, forse stupito dalla coraggiosa posizione della minoranza, cercando di giustificare il suo operato si è scagliato contro il consiglio regionale , accusato di aver peggiorato la situazione.
Il motivo è molto chiaro. In passato la giunta provinciale amministrativa “passava” con eccessiva facilità le deliberazioni di Campione, mentre oggi il comitato provinciale di controllo richiede la giusta documentazione onde evitare che le eccezionali disponibilità di questo piccolo comune trasformino in una finanza “allegra” la gestione pubblica, mentre i problemi dei lavoratori (che non giocano al Casinò) attendono soluzione da troppo tempo.
Claudio Redaelli
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