Da Massaua, una testimonianza che vale la pena conoscere e su cui riflettere:
Carissimi amici,
è vero che l’avrete già sentito e anche gioito per quello che sto per dirvi, ma non posso fare a meno di ripetervelo, così che la gioia e le speranze siano condivise e irrobustite dal desiderio di tutti. Sono novità che hanno del sensazionale per noi che avevamo perso ormai la speranza di un minimo di cambiamento nella dura realtà in cui eravamo condannati a vivere da ormai 27 anni, invece...
E’ proprio vero che Dio ha i suoi tempi e solo lui sceglie le persone giuste, magari “facendo nascere figli ad Abramo anche dalle pietre” (cfr. Luca 3, 8) per attuare i propri piani.
Come la stella apparsa in Oriente fu segno per i Magi della nascita del Salvatore del mondo, nella lontana Etiopia è comparsa un'altra stella foriera di riconciliazione, pace e amore a tutto campo, senza esclusione alcuna, per i vicini e per i lontani, per amici e nemici. Un vero Giovanni Battista e Francesco d’Assisi di questi nostri giorni, un uomo che parla di Dio con il Vangelo in mano (magari non materialmente), ma le molte allusioni ai testi sacri dicono che sia un uomo di grande fede: Abiy Ahmed, primo ministro dell’Etiopia dallo scorso aprile; un uomo poco più che quarantenne, che in meno di 100 giorni ha radicalmente cambiato le sorti del suo Paese, svuotando tutte le carceri, richiamando in patria tutti gli oppositori e i gruppi armati, liberalizzando le manifestazioni di dissenso, ridonato la libertà, restituendo a tutti la voglia di vivere!
E nei suoi proclami di pace e riconciliazione non poteva mancare l’Eritrea, nemica acerrima dell’Etiopia, contro la quale ha condotto una guerra di indipendenza durata trent’anni (1961 - 1991). Una mano tesa per chiedere la rappacificazione dei due popoli con la volontà assoluta di voler ottemperare alla risoluzione di Algeri che aggiudicava all’Eritrea il territorio conteso di Badme dopo aver scatenato due anni di guerra (1998 - 2000) mietendo la vita di 80.000 giovani.
Badme che, al dire di molti, “oltre che piccolo, è un territorio sassoso e insignificante!”.
L’Eritrea, che con molta circospezione aveva ponderato la risposta da dare, è finalmente crollata davanti all’inflessibilità mostrata dall’Etiopia di voler procedere nell’intento.
Questa è in sintesi la verità di questi giorni, ma è doveroso domandarsi: Ora che è stato abbattuto “il muro di divisione”, una questione - quella di Badmè - che ha tenuto in scacco l’intero Paese sotto ogni punto di vista, quali saranno i frutti che si raccoglieranno a livello interno? Sottintendo la lista perché presumo che la sappiate e d’altra parte sarebbe anche abbastanza lunga. Spero solo che non dobbiamo attendere troppo per vederli e... gustarli!
Con affetto,
Protasio
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