Gianfranco Colombo - Il “Premio Rosa Camuna 2018” è stato consegnato il 29 maggio al pittore Giancarlo Vitali. La cerimonia si è svolta al palazzo della Regione in occasione della “Festa della Lombardia”. Quest’anno sono pervenute in Regione 146 candidature: sono state assegnate 24 rose camune e 18 menzioni speciali.
Il premio al grande artista bellanese è stato ritirato dalla figlia Sara. In questi giorni la salute di Giancarlo Vitali fa le bizze ma è risaputo che non ama uscire di casa. Per questo in famiglia c’è una sorta di “unità di crisi” che tampona le assenze del genitore-marito nelle occasioni ufficiali. La “Rosa Camuna” è un riconoscimento che vuole premiare l'impegno, l'operosità, la creatività e l'ingegno di coloro che si sono particolarmente distinti nel contribuire allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia. Al pittore di Bellano, la “Rosa Camuna” è stata conferita nella sua qualità di “grande maestro del Novecento” capace di raccontare “luoghi e personaggi di un secolo”. Giancarlo Vitali “torna” così a Milano dopo il grande successo delle sue mostre nel capoluogo lombardo dello scorso anno, accomunate dal titolo “Time Out”. Poco meno di 40mila persone visitarono le quattro mostre; un happening artistico che la scorsa estate praticamente “occupò” il centro nobile di Milano. L’evento espositivo aveva interessato quattro sedi espositive: Palazzo Reale, Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale, Casa del Manzoni. Una sorta di itinerario dell’arte che coinvolse una marea di gente. A proposito di quelle mostre ha scritto Stefano Crespi: «Se fosse nato solo qualche chilometro più a nord, giusto oltre il confine svizzero che da Bellano dista poco, la fama lo precederebbe e anche le quotazioni nelle aste avrebbero esiti diversi. Sarebbe David Hockney o Lopez Garda, e non semplicemente Giancarlo Vitali, classe 1929, il più importante pittore italiano vivente. Provinciali all’eccesso, nell’adesione alla modernità, abbiamo buttato via un secolo di grande arte nel nome delle mode e dell’ideologia». Considerazioni che erano state precedute da un commento quanto mai esplicito di Vittorio Sgarbi dopo una mostra del maestro bellanese ad Urbino: «Ho la sensazione che, benché lontano dagli occhi di tutti, Giancarlo Vitali sia l'ultimo pittore. Non ne mancano certo, tra quelli che non hanno voltato le spalle all'Accademia e hanno rigenerato l'idea di una tradizione figurativa che, attraverso vari manierismi, riproduce il vero. Ma la pittura di Vitali non è mai illustrativa, e neppure descrittiva. Egli opera uno scavo per scoprire cosa c'è dentro un uomo». Parole “pesanti” come si può capire, a cui il nostro Vitali ha sempre reagito con un misto di stupore e incredulità. Sentimenti confermati da lui stesso in un’intervista di qualche anno fa: «Io continuo a ritenermi un pittore fuori dal tempo, fuori moda, per cui quando sento tanti complimenti per un ritratto, per una natura morta, non so cosa dire. O meglio, mi dico che forse c'è ancora qualcuno che si meraviglia di fronte ad una pittura che forse considerava non più possibile».
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