Nel 2009 la diocesi di Como fu tra le prime Chiese, in Italia, su esempio di quanto avvenuto in primis in Diocesi di Milano, con l’allora arcivescovo il cardinale Dionigi Tettamanzi, ad avviare un “Fondo diocesano Famiglia-Lavoro”, per quei nuclei familiari in situazione di difficoltà economica a causa della crisi finanziaria e occupazionale nel nostro Paese.
Da allora, e con la successiva trasformazione in “Fondo Dona Lavoro”, sono stati raccolti e distribuiti, in tutta la diocesi di Como, quasi 1 milione e 100mila euro, che hanno permesso di sostenere in vario modo, compresa l’erogazione di borse lavoro, circa 1000 famiglie. Ora, con la crisi ancora presente ma in un contesto mutato rispetto a quando il percorso partì nove anni fa, il Fondo diventa “Rete Lavoro”. Domenica 10 giugno le offerte raccolte durante le Sante Messe in tutta la Diocesi saranno destinate alla costituzione del “Fondo Rete Lavoro”.
Perché
Perché un Fondo diocesano che si occupi principalmente di inserimento lavorativo? Perché non dobbiamo mai dimenticare che la Chiesa è in cammino per diventare sempre più umile discepola di Gesù, Parola fatta carne; ed è in ascolto del suo Vangelo, che ha a che fare con tutto ciò che è autenticamente e genuinamente umano. E non sono forse il lavoro e i rapporti sociali questioni che toccano da vicino e nel profondo l’umanità e la quotidianità di ciascuno di noi? Nelle precedenti fasi del Fondo si è cercato di sostenere le famiglie con gravi difficoltà lavorative per mezzo di contributi economici ed anche di utilizzare gli strumenti tecnici a disposizione per garantire piccoli spazi di impiego tutelati e correttamente retribuiti. Ora si cerca di progredire su questa linea, che si è rivelata fruttuosa e capace di dare opportunità e speranza, provando a dare un semplice contributo nella formazione e nell’inserimento lavorativo. Alla Chiesa, alla fede, alla teologia non spetta il compito di individuare soluzioni concrete e tecniche, ma di motivare, accompagnare e impregnare di contenuto i cammini degli uomini e delle donne di ogni tempo, anche nell’ambito del lavoro. Perciò, anche questa fase del Fondo che va ad aprirsi, mira anzitutto a questo accompagnamento dei più fragili e bisognosi e conta, attraverso l’aiuto di tante realtà che già operano nel settore (e senza sostituirsi in alcun modo ad esse), di suscitare opportunità di crescita e di sistemazione per molti di loro. Ecco perché privilegiare l’inserimento lavorativo. Ecco perché questo Fondo diocesano. Perché speriamo di contribuire a rialzare lo sguardo dei più sfiduciati verso un orizzonte che possa tingersi nuovamente di colori di speranza e di futuro.
Cosa può fare
L’obbiettivo è quello di aiutare la persona a passare da una condizione di non-lavoro a quella di occupazione, il più possibile stabile e dignitosa. Le azioni saranno prevalentemente concordate con gli operatori istituzionali che si occupano di inserimento lavorativo. L’aiuto può essere economico, ma anche correlato ad altre esigenze come ad esempio la cura di un figlio o di un anziano durante l’attività formativa o di inserimento lavorativo. Qualsiasi contributo sarà comunque legato alla effettuazione del percorso definito dal Fondo d’intesa con gli operatori accreditati.
A titolo esemplificativo alcune opportunità potranno essere costituite da:
- contributo economico finalizzato alla riuscita di un inserimento lavorativo e in particolare per tirocini;
- copertura totale o parziale di costi di attività corsuale necessaria per una prospettiva di inserimento e di quelli connessi all’attività formativa professionalizzante (ad esempio: trasporti, indumenti da lavoro, visite mediche e analisi…);
- promozione di singoli progetti formativi rivolti a rispondere a bisogni specifici di piccoli gruppi;
- sostegno alla gestione della famiglia (per esempio: baby sitting ove necessario), assistenza per la formulazione di un bilancio famigliare.
Per chi
Il Fondo Rete Lavoro intende dare il suo contributo, economico e organizzativo a tutte le persone che
- sono senza lavoro, perché l’hanno perso o perché non sono mai riusciti ad entrare stabilmente in un processo produttivo;
- hanno una situazione famigliare fragile che non riesce a sostenerli e quindi una difficile situazione economica e patrimoniale
- sono interessati e disponibili ad attivarsi per il loro inserimento nel mondo del lavoro, prendendo in seria considerazione tutte le opportunità che possono essere loro offerte e si impegnino per realizzare i percorsi che vengono previsti;
- hanno una reale possibilità di collocazione nel mercato del lavoro, valutata come tale da esperti del sistema.
Questo non significa che la Diocesi e le organizzazioni che promuovono il Fondo non abbiano attenzione per persone che hanno bisogni o problemi differenti e anche più gravi, ma che il Fondo Rete Lavoro, per rispondere meglio ai compiti che gli sono assegnati concentrerà la sua attività partendo dalle caratteristiche sopra esposte.
Come funziona
Si parte dalla compilazione di una apposita scheda da parte di un operatore a cui la persona si è rivolta in cui è delineata la volontà della persona di intraprendere un percorso e le sue condizioni dal punto di vista lavorativo, famigliare, reddituale ed abitativo. Ricevuta la scheda compilata un responsabile operativo del Fondo:
- verifica la fattibilità dell’intervento in rapporto alla possibilità di inserimento lavorativo immediato o di agevolazione dello stesso in prospettiva
- individua gli strumenti da adottare e formula un Piano Intervento Personalizzato identificandone i costi e confrontandosi con il sistema dei servizi all’impiego o direttamente con il sistema delle imprese
- verifica la disponibilità dei soggetti coinvolti, a cominciare dal destinatario e li attiva
- formula una richiesta al gruppo di governo del Fondo, specificandone i costi e le condizioni necessarie per la sua erogazione.
Una volta che il Fondo Rete Lavoro dà il suo parere positivo l’attività individuata è operativa. Seguirà il monitoraggio della stessa in collaborazione con i referenti territoriali e gli operatori interessati.
I soggetti promotori
I promotori e attuatori delle attività del Fondo, la Pastorale Sociale e del Lavoro, la Caritas, le ACLI, la Compagnia delle Opere, si avvalgono di collaborazioni consolidate sul territorio. Hanno infatti pensato che questo strumento, che ha finalità di promozione della persona e di coinvolgimento delle realtà parrocchiali ed ecclesiali nelle problematiche legate al lavoro, non necessita, nella nostra Diocesi, di strutture operative proprie, ma di collaborare con gli operatori già presenti e dare il proprio contributo per la migliore riuscita delle azioni in atto. Per questo si interfaccia con Centri per l’Impiego, soggetti accreditati per i servizi al lavoro, Centri di Formazione Professionale, Cooperative, Associazioni che operano nel settore e sono di volta in volta individuati come i più idonei ad accompagnare le persone nel percorso di inserimento. Un altro versante importante è quello delle associazioni datoriali, dell’industria, del commercio, dell’artigianato, della cooperazione e le organizzazioni sindacali: tutti questi soggetti sono stati informati e coinvolti nella gestione delle future attività. Importante obiettivo è la sensibilizzazione delle imprese del territorio, di ogni ambito e dimensione, per avere un supporto all’individuazione degli sbocchi
Il ruolo delle parrocchie
I gruppi parrocchiali e le associazioni, che operano già da tempo sul territorio, anche su questi temi possono svolgere un ruolo attivo. Innanzitutto possono coordinare e rendere continuative raccolte di denaro per alimentare il Fondo sensibilizzando nel contempo i fedeli ed i cittadini sulla centralità del lavoro nella vita dell’uomo. Possono poi contribuire all’analisi dei bisogni e all’individuazione delle persone con le caratteristiche definite che saranno coinvolte nell’intervento. Ancora di più hanno la possibilità di accompagnare il progetto, individuando nella comunità dei tutor che affiancano e sostengono la persona e la sua famiglia.
A chi rivolgersi
La struttura del Fondo Rete Lavoro opera sulla base di segnalazioni provenienti da: parrocchie; Centri di Ascolto Caritas; circoli ACLI ; altre strutture cooperative e dell’associazionismo laicale; operatori dei servizi per l’impiego; Centri di Formazione Professionale. La Caritas diocesana offre il suo sostegno organizzativo, in particolare grazie all’impegno della Fondazione Caritas “Solidarietà e Servizio”.
Per info:
Pastorale Sociale e del Lavoro:
telefono: 333 7024998 (lunedì ore 9.00-13.00);
Caritas Diocesana: telefono 031 267421 int. 333 (da lunedì a venerdì, ore 9.00-12.30);
ACLI Como: telefono 031 331726 (da lunedì a venerdì, ore 9.00-12.30);
CdO Como: telefono 031 558018(da lunedì a venerdì, ore 9.00-13.00).
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