In occasione del compleanno la rivista “Mondo e Missione” ha dedicato un servizio alla sua vita dedicata alla missione, in Cina come in Italia
di Claudio Bottagisi
Lo scorso 22 maggio ha tagliato il traguardo dei 90 anni (è nato infatti nel 1928) e per l’occasione Mondo e Missione ha dedicato un lungo servizio alla sua vita dedicata appunto alla missione, in Cina come in Italia, nel segno della semplicità e della bellezza, esteriore e interiore.
Lui è padre Mario Marazzi, il cui entusiasmo e la cui vivacità sono stati e sono tuttora oltremodo contagiosi. “Continua a svolgere con la semplicità e la generosità ben note a chi lo conosce - scrive la rivista - un prezioso servizio alla missione, alla quale sta dedicando con dedizione e amore l’intera sua vita. Un missionario a cui è impossibile non voler bene e ammirare con tutto il cuore. Tante persone, anche non vicine alla Chiesa, nutrono fiducia e stima sconfinata in padre Mario. E con lui sono molto generose di tempo, di doni e di sostegno economico. Sanno che con lui, un uomo povero e staccato dai beni materiali, tutto va a chi ne ha davvero bisogno”.
“Uomo di preghiera e di ottime letture spirituali - si legge sempre nel servizio - prima di farsi missionario padre Mario ha pensato al matrimonio e ha lavorato come operaio per dieci anni. Nato sul Lago di Como, è entrato nel Pime a 24 anni ed è stato ordinato prete nel 1960, a 32. Hong Kong è stata da subito la sua missione. Ha imparato benissimo la lingua cantonese, parlata e scritta. E si è impegnato con tutto se stesso per calarsi nella vita della gente, diventando uno di loro. L’inculturazione, ovvero il “farsi” come la gente e vivere come loro, è stato un impegno costante nella sua vita, fino a scegliere di vivere, per dieci anni, in una famiglia nella città di Guangzhou (Canton), quando lui, di anni, ne aveva già 75”.
E ancora: “All’arrivo di padre Marazzi, Hong Kong era una colonia britannica. La città, conosciuta come la “perla d’Oriente”, era un singolare crocevia tra Est e Ovest. A quel tempo, in Cina governava Mao e la città di Hong Kong divenne la meta di più di un milione di rifugiati bisognosi di tutto. La Chiesa cattolica fu impegnata in uno sforzo titanico di soccorso, accoglienza e evangelizzazione. Padre Mario, con altri missionari del Pime, era in prima fila”.
Non mancano, nel dettagliato servizio della rivista missionaria, i riferimenti alla sua esperienza vissuta a Guangzhou presso Huiling, un’organizzazione non governativa che assiste persone con disabilità mentale: “Padre Mario sente che una vita di testimonianza silenziosa e laboriosa, vivendo come la gente e tra la gente, è proprio nelle sue corde. È proprio la missione che desidera per sé e in cui crede di più. Così per dieci anni va ad abitare in una casa-famiglia, con sei ragazzi e ragazze dai 25 ai 45 anni, tutti assistiti da una signora che fa da guida e da mamma. E che, insieme ad altri operatori di Huiling, sceglierà poi di abbracciare la fede cattolica”.
Huiling non gestisce soltanto servizi per le persone disabili, ma vuol mettere in atto meccanismi che garantiscano loro occasioni di inserimento nella società. Pur nell’impossibilità di accogliere un maggior numero di persone con disabilità mentale, l’impegno di Huiling rappresenta un forte richiamo a una società chiamata a manifestare l’accoglienza e il rispetto dei più piccoli e dei più deboli.
Per venire incontro alle richieste di tanti genitori con figli affetti da ritardo mentale, questa organizzazione ha esteso i propri servizi a oltre venti località della Cina e a Hong Kong un gruppo di appoggio accompagna in vari modi le attività svolte all’interno della Cina continentale.
Poi il ritorno a Hong Kong e alla Casa del Pime, dove il missionario vive tuttora. E nel dicembre di quattro anni fa padre Mario (che ha vissuto a lungo a Mandello, dove all’inizio degli anni Quaranta ha lavorato alla Icma) scriveva: “Anche alla Pime house, la casa dove vivo a contatto con i miei compagni missionari, scopro “quanto è bello e soave che i fratelli abitino insieme” (salmo 133). Ma scopro anche che la fraternità è qualcosa da costruire, o ricostruire, giorno dopo giorno, perché ogni giorno ci può essere qualcosa che mina la convivenza e ogni giorno occorre ricominciare da capo. Sia nella casa famiglia di Guangzhou sia alla Pime house di Hong Kong occorre essere disposti a pagare di persona perché sia mantenuta l’unità”.
E in riferimento al suo passato trascorso sul Lario e in particolare a Mandello, nel 2015 padre Marazzi ricordando l’amico Pino Ponzini, scomparso all’età di 76 anni ad di Abbadia Lariana, scriveva: “Ponzini era venuto in questa parte dell’Asia a esplorare i suoi promettenti mercati per introdurre i prodotti della Cemb, scaturiti dall’inventiva dell’ingegner Luigi Buzzi. Anche se prima di allora non l’avevo mai incontrato, diventammo subito amici. Ci legava il mio passato alla Icma. Lo portai in giro per Hong Kong sul Galletto, l’unica motocicletta Guzzi in circolazione…”.
Il servizio pubblicato su Mondo e Missione si conclude spiegando che attualmente padre Mario riceve e visita decine di persone, alle quali offre guida spirituale, amicizia e sostegno, e sempre di più si dedica alla preghiera. Riporta poi questa significativa frase dello stesso missionario: “La mia vita, la vita di tutti, vale tanto quanto noi la doniamo agli altri. Io sono contento di mettermi, semplicemente, al servizio della gente. Ne ricevo molto e questo mi fa felice. Dalle finestre della mia camera guardo il mare e con la mente rivedo la nave che 58 anni fa mi portò in questo lembo di terra. Quante cose buone sono successe in questi anni. Quanti motivi di gratitudine a Dio e a tante persone!”.
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