Corso di formazione in tre lezioni (22 e 29 gennaio e 5 febbraio, dalle 10 alle 12) al centro diurno comunale
(C.Bott.) Un corso di formazione che rientra nell’ambito del progetto, significativamente denominato “AllenaMente”, di stimolazione neurocognitiva finalizzato a prevenire e a rallentare la decadenza cognitiva attraverso l’esercizio.
A proporlo è il Gruppo volontari assistenza agli anziani di Mandello. Sarà tenuto dalla dottoressa Mariarosaria Liscio, neuropsicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, docente e supervisore Aiamc, e si svolgerà presso il centro diurno comunale, in via Manzoni, lunedì 22 e 29 gennaio e lunedì 5 febbraio, dalle 10 alle 12.
Il corso sarà suddiviso in due parti: una prima parte informativa (durante la quale si affronteranno tematiche riguardanti gli aspetti clinici, psicologici, comportamentali e di riabilitazione) e una seconda parte, più specificamente formativa, che prevede anche esercitazioni pratiche quali role-play e lavori di gruppo riguardanti l’utilizzo della comunicazione non verbale e di strumenti di supporto nella relazione quotidiana con il malato di Alzheimer e la gestione del malato stesso.
Le tematiche affrontate nella parte informativa riguarderanno la malattia: diagnosi, aspetti psico-geriatrici e di gestione, disturbi comportamentali, complicanze psichiatriche e loro controllo non farmacologico. Inoltre la gentlecare, modello ideato alla fine degli anni Novanta in Canada che muove dalla considerazione di come una persona affetta da demenza subisca una modificazione nelle sue capacità di interazione con la realtà.
Quindi le terapie non farmacologiche, l’approccio e la gestione del malato, le sue dinamiche psicologiche, la relazione d’aiuto e la sindrome da burnout, ossia l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa operatori e professionisti impegnati quotidianamente, o comunque ripetutamente, in attività che implicano le relazioni interpersonali.
“Negli ultimi anni - spiega la dottoressa Mariarosaria Liscio - si osserva una crescita esponenziale della popolazione anziana. Nel nostro Paese il numero di anziani di età compresa tra i 65 e i 74 anni è circa 8 volte maggiore rispetto all’inizio del secolo scorso e le persone che superano gli 85 anni sono aumentate di 24 volte”.
“Tutto questo - precisa - grazie ai progressi ottenuti in ambito scientifico e socio-economico, che hanno prodotto un miglioramento generale delle condizioni di vita delle persone appartenenti alla cosiddetta terza età. E’ proprio in relazione a questi cambiamenti che il divenire anziani, fino a tempi relativamente recenti, è stato ritenuto come cognitivamente immodificabile”.
La dottoressa Liscio aggiunge: “Oggi sappiamo che gli stimoli ambientali sono determinanti nel continuare a modellare il cervello, che conserva la capacità di modificarsi e adattarsi. La scienza ha ulteriormente dimostrato che il cervello, anche in fase di invecchiamento, continua a possedere una notevole capacità di produrre, adattare e modificare modelli di connessioni. In tale prospettiva l’allenamento mentale ha lo scopo di aiutare a raggiungere le soluzioni desiderate, gli obiettivi prefissati e a liberare le proprie potenzialità interiori e a mantenere un livello costante di agilità e flessibilità mentale anche durante l’invecchiamento”.
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