Il nuovo consiglio è composto anche da Carlo Anghileri, Tiziana Colombera, Giovanni Dell’Era, Silvia Dozio, Marco Gilardoni Taccani, Giovanni Pastorino e Aristide Stucchi
L’imprenditore Antonio Bartesaghi è stato eletto presidente della Fondazione per la salvaguardia della cultura industriale - Antonio Badoni, realtà promossa da Confindustria Lecco e Sondrio di cui sono soci fondatori, oltre all’associazione imprenditoriale stessa, anche Camera di Commercio di Lecco, Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e un gruppo di imprese associate a Confindustria Lecco e Sondrio.
Il nuovo consiglio d’amministrazione è composto da Carlo Anghileri, Tiziana Colombera, Giovanni Dell’Era, Silvia Dozio, Marco Gilardoni Taccani, Giovanni Pastorino e Aristide Stucchi, oltre che dallo stesso Antonio Bartesaghi.
“Sono orgoglioso di assumere questa carica perché sono convinto dell’importanza dei
progetti che avvicinano scuola e lavoro e credo molto nella mission della Fondazione,
impegnata a valorizzare e sostenere l’istruzione tecnica e la cultura industriale, per
favorire la competitività delle imprese e del territorio”, commenta il neoeletto
presidente Bartesaghi.
“Sono grato per la fiducia che mi è stata accordata - aggiunge - e assicuro il mio impegno per proseguire lungo il solco già tracciato negli anni scorsi, anni in cui è stato fatto un ottimo lavoro sotto la guida di Marco Campanari, che ringrazio a nome di tutti per il suo impegno nella prima fase di vita della Fondazione”.
“Abbiamo di fronte un triennio di lavoro per il quale stiamo pensando nuovi progetti,
che si affiancheranno alle iniziative già consolidate - prosegue Antonio Bartesaghi -
In un periodo in cui si susseguono le notizie che evidenziano la necessità, da parte
delle imprese, di risorse adeguatamente formate in misura decisamente superiore a
quelle disponibili, agire sul rapporto tra scuola e impresa per colmare il mismatch fra
competenze mi sembra quanto mai importante”.
“Il lavoro - conclude il presidente Bartesaghi - nelle nostre aziende c’è, ma domanda
e offerta ancora non si incontrano. Agire per sensibilizzare la scuola rispetto alle competenze richieste dal mondo del lavoro e per un aggiornamento tempestivo,
lavorare sull’orientamento, in particolare focalizzato sull’istruzione di ambito tecnico e industriale, sono priorità per il mondo delle imprese ma anche per lo sviluppo di tutto il territorio. In altri Paesi il gap tra domanda e offerta è stato ridotto agendo proprio su questi aspetti e credo che anche noi possiamo fare in modo che la
manifattura italiana possa trovare nei giovani quelle competenze, anche spinte verso la tecnologia, delle quali ha bisogno per crescere. Sicuramente la Fondazione è impegnata sul territorio nel dare un contributo in questa direzione”.
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